Computer in cambio di pistole
Computer in cambio di armi, educazione in cambio di violenza e prevaricazione. L’iniziativa è in corso a Tepito, uno dei quartieri più controversi della capitale messicana. Nei giorni scorsi il quartiere era diventato oggetto di cronaca per una serie di espropri condotti in maniera repentina e al limite della legalità da parte della polizia in un tentativo -a dire delle autorità- di combattere il crimine organizzato. Tutta l’operazione è valsa la critica della Commissione per i diritti umani di Città del Messico, che ha messo in dubbio lo stesso piano –voluto da qualche politico in odore di speculazione edilizia- che vuole espropriare case e terreni di coloro che si sono resi colpevoli di qualche reato.La diffidenza regna padrona. Alla fine del primo giorno dello scambio, le autorità hanno ricevuto ventinove pistole -misera cifra-, in gran parte consegnate da donne. A cambio di un’arma di grosso calibro hanno avuto un computer; alimenti o soldi quando ad essere consegnate sono state armi di piccolo calibro.
Tepito è solo il primo quartiere ad essere interessato da questo esperimento. Nei prossimi giorni altri quindici rioni saranno oggetto della stessa iniziativa che, certamente, da sola non risolve certo il disagio di chi ci vive. Un computer o una borsa della spesa non è certo la soluzione quando a mancare sono le strutture sociali, le scuole e la presenza tangibile dello Stato. Uno Stato cieco, che si fa vivo solo quando c’è da reprimere e da bastonare e poi regalare, just in case, computer che nel migliore dei casi in un paio di giorni saranno già sul bancone di qualche casa di pegni. Trovata commerciale, quindi? Perchè, guarda caso, i computer vengono con Microsoft già installato, dono della società di Bill Gates.
Desmadre en Tepito: http://www.youtube.com/watch?v=Ag1IhvFwbCg
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