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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Thursday, March 08, 2007

I bambini rubati del Salvador

Ci sono Paesi che per piccoli ed insignificanti vengono dimenticati dai più. Le loro tragedie, però, sono grandi e rischiano di scomparire e cadere nell’oblio per il poco peso che dà loro l’opinione pubblica mondiale.
Il Salvador, tormentato dalla guerra civile negli anni Ottanta, è uno di questi. La società salvadoregna vive oggi sulla propria pelle una pace che è stata solo a metà e che ha insegnato alle generazioni figlie di quel conflitto la violenza e la prevaricazione. E ci sono altri drammi che si consumano in silenzio, come quello dei bambini che, rubati durante quella guerra, vennero poi dati in adozione a famiglie straniere. Purtroppo, com’era prassi in America Latina, a trasformare la tragedia in un affare ed un’arma politica era lo Stato. I bambini rubati, infatti, erano i figli dei guerriglieri, che venivano sottratti dagli ufficiali dell’esercito.
Da tempo si è riunita nel Salvador un’associazione che sta cercando di fare reincontrare figli e genitori separati dal conflitto. Voluta da un gesuita spagnolo, padre Jon Cortina, scomparso due anni fa, Pro-búsqueda si è data il compito di riavvicinare circa 700 famiglie che si sono viste sottrarre i figli da parte di coppie in cerca, venti-venticinque anni fa, di un’adozione facile. Finora sono riusciti a fare incontrare circa trecento famiglie; ne mancano ancora tante per questo continuano a chiedere la collaborazione di chi, negli Stati Uniti ed in Europa, possa dare delle informazioni sui casi che rimangono da risolvere. Nella pagina dell’associazione, la spiegazione di cos’è stato il fenomeno delle “sparizioni forzate” dei bambini del Salvador:
http://probusqueda.org/index.php?module=htmlpages&func=display&pid=21

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