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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Tuesday, March 27, 2007

Bolivia: la nazionalizzazione invisibile

Che cosa sta succedendo alla nazionalizzazione degli idrocarburi in Bolivia? Ritardi ed errori stanno creando dei veri e propri casi. In dieci mesi l’ente statale dei petroli ha cambiato quattro presidenti, tutti per irregolarità ed una manifesta incapacità nel rendere effettivo il decreto sulla nazionalizzazione. Morales continua a difendere le misure, ma ha riconosciuto che “mettere in atto le grandi trasformazioni ha un costo”. Un costo politico, oltre i quattro presidenti anche un valido ministro, Andrés Soliz e tre viceministri sono caduti ed un costo di immagine, già che l’opinione pubblica favorevole al presidente si chiede come mai i processi di trasformazione si stiano rivelando così lunghi.
I negoziati con le dodici compagnie petrolifere che operano in Bolivia si sono conclusi ad ottobre, ma i contratti non sono stati ancora applicati. Inesperienza ed inefficacia, uniti ai mali di sempre, clientelismo e corruzione, minano il governo di Evo Morales. Al margine delle nazionalizzazioni, infatti, sono stati rivelati vari casi di nepotismo e malversazione. Il rinascimento indigeno si trova a fare i conti con le tentazioni del potere e proprio qui si gioca la sfida della credibilità di tutto il movimento di Morales. Le cattive abitudini sono il nemico peggiore, perchè radicato nella cultura e perchè non guarda in faccia nessun colore politico o ideologia.
Ma è soprattutto sulla convenienza delle nazionalizzazioni che qualcosa non ha funzionato. Alla linea dura voluta da Soliz con l’espropriazione delle infrastrutture e un forte tributo da pagare alle casse dello Stato, si era poi passati ad un atteggiamento più accomodante verso le grandi compagnie, Petrobras fra tutte. Soliz era stato messo da parte proprio perchè diventato improvvisamente scomodo.
Che cosa si è firmato, però? A cinque mesi dagli accordi, si può cominciare a pensare male e cioè che le condizioni poste dai ministri di Morales lascino in realtà delle scappatoie alle multinazionali. Stato e compagnie private già non sarebbero in opposizione, ma soci nell’affare del petrolio. Forse, i presidenti dell’ente statale si sono accorti di questo e di dare la notizia ai boliviani proprio non se la sentono. Meglio farsi da parte e lasciare ad altri l'ingrato compito.

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