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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, March 11, 2007

L'amaro viaggio di Bush

Sta raccogliendo più critiche che lodi la visita latinoamericana di George Bush. In Brasile, la prima tappa, si sono fatte molte parole e tante promesse, attorno soprattutto all’uso dell’etanolo come energia alternativa per il futuro al petrolio. Bush confida che Lula possa trasformarsi in un suo alleato, soprattutto per quanto riguarda la pressione che può esercitare su Chávez e per questo cerca di prenderlo per la gola con la promessa di succulenti affari in comune. È tutto da verificare però se il presidente tornitore cadrà nella tentazione. Bush è pur sempre il grande ignorante che esclamò “How big it is!” quando Lula gli mostrò il Brasile sull’atlante e questo ha colpito nel profondo l’orgoglio nazionalista dei brasiliani. Stesso discorso per Tabaré Vázquez, socialista all’acqua di rose, a cui gli Usa hanno fatto ricorso per trovare punti d’intesa con una sinistra meno battagliera. Anche in Uruguay, i consiglieri di Bush hanno fallito perchè Vázquez sarà anche stato criticato dai suoi, ma ha fatto bene la parte del padrone di casa: cortese, ha ricevuto l’ospite, gli ha offerto il banchetto ma poi l’ha mandato per la sua strada.
Un po’ ovunque i lavoratori e contadini, a cui ha fatto ricorso Bush per invitarli ad un’improbabile amicizia con gli Usa, hanno preferito restare dall’altra parte della barricata a gridargli del terrorista. Lecito, diciamo noi, perchè le parole proferite dal presidente Usa sulla povertà suonano più ad un’offesa, che ad un invito.
Dall’avvento di Bush, la popolarità degli Usa in America Latina è in costante declino e non solamente nei circoli di sinistra. La guerra all’Iraq non piace a nessuno e l’inganno con cui le truppe sono state inviate in Medio Oriente è palese per tutti. L’opinione pubblica, quella non condizionata da schemi di partito o ideologici –e che rimane la più forte presenza in tutto il continente- accusa Bush di avere fatto del mondo un posto ogni giorno meno sicuro, dove sono state limitate le libertà individuali a favore dei privilegi delle grandi compagnie.
I giornali italiani hanno parlato di riconquista dell’America Latina, ma in realtà questo viaggio è stato un tentativo di salvare il salvabile. La corazzata Usa da tempo va a picco in America Latina e Bush è venuto a tirare i salvagente. Dovrà tornarsene a casa con le pive nel sacco e rimuginare a lungo per trovare qualche politica più effettiva che le solite vagonate di dollari. Il vento è davvero cambiato e se la Casa Bianca vuole davvero recuperare il terreno perduto, dovrà cominciare a trattare i popoli latinoamericani con ciò che si meritano: rispetto ed uguaglianza.

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