Un muro anche tra Brasile e Paraguay
La soluzione è il muro. I prossimi a costruirlo saranno i brasiliani, che non sanno più che fare per limitare il contrabbando della triplice frontiera dell’Iguazú. I cattivi di turno sono i paraguayani, che saranno così castigati con questo accorgimento vecchio quanto il mondo. Dove non può la tecnologia del secondo millennio potrà, secondo le autorità brasiliane, un muretto di due metri e mezzo di altezza e lungo poco più di un chilometro. La preoccupazione è infatti quella di non fare passare televisori, mutandine ed occhialini dal Paraguay al Brasile. Poca roba, sembrerebbe, anche se l’anno passato il valore della merce sequestrata è stato di 77 milioni di dollari. Un muro, quindi, che verrà edificato soprattutto in nome del fisco e che, per fortuna, non interessa nè il contrabbando di persone nè la tragedia della migrazione.
Resta il fatto che, ancora una volta, a mancanza di spirito di inizativa e di volontà di dialogo, si debba fare ricorso ad un odioso muro, mezzo dissuasivo, ma anche e soprattutto che divide e separa.
Foz de Iguazú e Ciudad del Este si preparano quindi all’evento: il muro sorgerà sotto il ponte che unisce le due città, chiamato –scherzo del destino- Ponte dell’Amicizia.
Resta il fatto che, ancora una volta, a mancanza di spirito di inizativa e di volontà di dialogo, si debba fare ricorso ad un odioso muro, mezzo dissuasivo, ma anche e soprattutto che divide e separa.
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Labels: Brasile
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