blog americalatina

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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, April 27, 2008

Mille palloncini per un'utopia

L’America Latina è da sempre la terra dell’impossibile fatto possibile. La fantasia, però, a volte riserva un finale amaro. Il sacerdote Adelir Antonio De Carli voleva volare sopra il Brasile, o almeno sopra il Paraná, attaccato a mille palloncini colorati, i classici palloncini da festa. Una piccola, trasognata, utopia che sarebbe servita anche per raccogliere fondi per le famiglie dei camionisti in sciopero a Paranaguá. Lo aveva già fatto una volta, per quattro ore, ed era arrivato fino in Argentina.
Questa volta De Carli è decollato sotto la pioggia, ma poi di lui non si è più saputo niente.
I palloncini sono stati ritrovati sull’Atlantico, mentre del sacerdote non c’è traccia. Secondo la famiglia è disperso nella giungla, ma i soccorritori, dopo aver passato al tappeto 5000 chilometri quadrati in cinque giorni, hanno ora abbandonato le ricerche.
http://es.youtube.com/watch?=12JUGvwA6Gc&feature=related

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Monday, April 21, 2008

Lugo presidente, Paraguay alla svolta

Fernando Lugo è il nuovo presidente del Paraguay. La vittoria dell’ex vescovo pone fine al dominio incontrastato del Partido Colorado, la creatura di Alfredo Strossner, che ha retto le sorti del paese sudamericano per sessanta anni.
Con questa presidenza, il Paraguay si aggiunge ai paesi latinoamericani che hanno deciso negli ultimi anni di accogliere proposte progressiste, dalla socialdemocrazia al bolivarismo, e che hanno cambiato in forma decisa il panorama geopolitico del continente.
In Sudamerica oggi resistono solo due governi centristi, quello colombiano di Uribe e quello peruviano di Alan García. Una tendenza che è figlia del malessere della società verso le proposte della destra o dei conservatori, che hanno dominato a lungo sempre e solo per la propria casta di eletti. La peculiarità di questo movimento di sinistra, movimento che viene dalla società che risponde così, in maniera democratica, facendosi del potere dove le proposte rivoluzionarie avevano fallito, è la sua eterogeneità e la sua casistica che muta di paese in paese.
Possiamo parlare di risveglio americano, proprio quando a dominare è la tendenza al mercato aperto e al liberalismo sfrenato. Mentre i centri di potere vogliono imporre la propria logica di consumo, la gente in America Latina continua a dire di no, a credere che un’altra via sia possibile. Da dirimere è però proprio questa matassa, quella delle soluzioni alternative.
Ora bisognerà vedere dove si collocherà il Paraguay di Lugo. L’ex vescovo non è stato solamente un religioso, ma un uomo fortemente compromesso con i più bisognosi, spesso in prima linea nell´osteggiare lussi ed esagerazioni, nonchè la corruzione, dei potenti. Un prete che diventa presidente: Lugo è anche questo, a sottolineare quanto labile sia, in fondo, la linea che separa il sacro dal profano, la religione dalla politica. Si potrebbe discutere a lungo. Ora, dopo le parole –e di parole ne sono state spese tante da quando, nel Natale 2006 Lugo annunciò, da vescovo, la sua candidatura- è l’ora dei fatti. Il Paraguay (sei milioni di abitanti in un territorio poco più grande dell´Italia) è un paese che ha un disperato bisogno di cambiamenti. Lugo, per cominciare, ha promesso una riforma agraria, tema che in America Latina ha sempre suscitato grandi passioni e grandi tragedie. La via per lo sviluppo per l´ex vescovo comincerà dalle campagne e con essa anche lo scontro, inevitabile, con l´oligarchia.

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Thursday, April 17, 2008

La crisi alimentaria, pane del futuro

La crisi alimentaria c’è, è cominciata da tempo e si tocca con mano. Non solo ad Haiti, dove le recenti proteste contro l’alto prezzo dei commestibili, a cominciare dal riso, hanno scatenato violente manifestazioni di piazza, ma tutta l’America Centrale ed i paesi caraibici risentono di questa contingenza.
L’allarme è stato dato in maniera ufficiale durante il Foro Economico per le Americhe, in svolgimento a Cancún, ma basta dare un’occhiata alle strade delle principali metropoli o alle campagne per rendersi conto di come il continuo aumento del petrolio stia impoverendo velocemente le economie latinoamericane.
E c’è davvero da preoccuparsi se presidenti conservatori, come Antonio Saca e Manuel Zelaya, avvertono che le speculazioni sul prezzo del petrolio stanno riportando il Centroamerica alla povertà di due decenni fa: “Il petrolio è prodotto di una speculazione finanziaria che sta abbattendo le nostre economie”, parole di Saca.
I dirigenti delle banche presenti a Cancún fanno però i sordi e decantano invece le virtù del mercato cinese, come se lo scambio di prodotti con il colosso orientale possa risolvere ogni problema (“la Cina sarà importante per il futuro della regione, l’importante è diversificare le esportazioni”, William Rhodes di Citybank).
Per i presidenti centroamericani la Cina sarà anche importante (senza contare che molti riconoscono ancora Taiwan), ma intanto devono fare i conti con i prezzi degli alimenti: alcuni di quelli importanti sono aumentati nell’ultimo anno dell’80%. Fumo negli occhi, insomma.
Le stesse critiche cadono anche sui biocombustibili. Finalmente, sono stati provati gli alti costi –non solo economici, ma anche del grande dispendio di risorse naturali, acqua compresa- di un’industria che potrebbe affamare definitivamente il mondo del futuro. In Centroamerica, per bilanciare le cose si guarda di nuovo con interesse alle energie alternative. In una regione costellata di vulcani, Honduras, El Salvador e Guatemala hanno annunciato un piano comune per l’estrazione di energia geotermica. Se attuato, sarebbe una buona notizia. In Costa Rica già funzionano quattro impianti, qui il link:(
http://www.grupoice.com/esp/ele/infraest/electric/instalac2.htm).
Le strade sbagliate però, in nome del denaro facile e degli affari, sono ancora molto trafficate. Le soluzioni, per i grandi centri finanziari, passano giocoforza dal petrolio, per cui la crisi alimentara nei prossimi anni stiamone certi, aumenterà.

Intanto, il Banco Mondiale invierà un aiuto ad Haiti per affrontare la crisi degli alimenti. La cifra? Dieci milioni di dollari. Briciole, no?

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Monday, April 14, 2008

In Paraguay, Lugo è favorito

Manca solo una settimana alle elezioni in Paraguay e le indicazioni di voto continuano a dare l’ex vescovo Fernando Lugo come favorito. Secondo i vari sondaggi, Lugo ha un vantaggio di circa sei punti percentuale sugli altri due candidati con possibilità di vittoria, l’ex generale ed ex galeotto Lino Oviedo e Blanca Ovelar, che rappresenta il partito da sempre al governo, il Colorado.
Il Paraguay dal 1940 vive la dittatura democratica di un partito unico, quello fondato da Strossner, che ha sprofondato il paese al fondo di quasi tutte le classifiche internazionali. Tanto per citare un caso, Transparencia Internacional (
http://www.transparency.org/) lo cita come il paese più corrotto del continente americano e, tanto per restare in tema, dei venti candidati presentati al Senato dal governante Partido Colorado, quindici sono stati indagati per corruzione.
La ampia coalizione di Lugo ha resistito sinora. Per l’ex vescovo conterà moltissimo l’umore dell’elettorato, già che mentre i suoi oppositori lo dipingono come un futuro Chávez che smantellerà l’industria privata e regalerà le terre incolte ai contadini, l’opinione pubblica tende di più a vederlo su posizioni più moderate, sul tipo Lula. Lugo, però, su certi temi è inamovibile, a cominciare proprio dalla riforma agraria.
Le elezioni in Paraguay si terranno domenica prossima, 20 aprile. La legge elettorale, almeno qui, è molto semplice: vince al primo turno chi prende più voti.
I link dei tre candidati:
http://fernandolugo.blogspot.com/
http://www.oviedolinocesar.com/
http://www.blancaovelar.com/

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Sunday, April 06, 2008

I ladri di bambini

È la prima sentenza, ma sarà destinata a fare polemica. I ladri di bambini, gli odiosi e odiati torturatori del regime argentino, che prima giustiziavano i genitori e poi si prendevano i figli, hanno ricevuto la prima condanna. Il tribunale ha condannato la coppia composta da Osvaldo Rivas e María Cristina Gómez rispettivamente a otto e sette anni di carcere, mentre dieci anni sono andati al militare che consegnò loro la bambina, Enrique Berthier.
Da loro, portati davanti al giudice da colei che avevano rubato –María Eugenia Sampallo, oggi trentenne e che dal 1999 ha abbandonato la coppia Rivas-Gómez-, nessuna parola di pentimento e, soprattutto, nessuna parola sulla fine dei veri genitori. A stabilire la verità c’è voluta la tenacia delle Abuelas de Plaza de Mayo che, attraverso le prove genetiche, hanno determinato che María Eugenia è figlia di Mirta Barragán e Leonardo Sampallo, due degli almeno trentamila desaparecidos fatti sparire dal regime dittatoriale argentino (1976-1983).
Secondo Estela de Carlotto, portavoce delle Abuelas, si tratta però di una sentenza troppo mite. Il Pubblico ministero aveva infatti chiesto 25 anni.

Critica anche la stessa María Eugenia che ha avuto parole durissime: “La domanda da porsi è se una persona che ha rubato un bebè, separandolo dai suoi genitori, che forse ha partecipato al loro omicidio, mentendo poi sulle origini, possa questa persona sentire amore filiale. La risposta è no, perchè il rapporto è determinato dalla crudeltà e dalla perversione”. Parole sacrosante.
Anche se la sentenza è stata lieve è importante aver stabilito un precedente, che apre la strada all’ennesima presa di coscienza della società argentina sulle efferatezze compiute durante la dittatura.
María Eugenia è una degli 88 giovani a cui le Abuelas de Plaza de Mayo sono riuscite a restituire la vera identità. Secondo le stime della stessa associazione, sono almeno cinquecento i bimbi che furono rubati a genitori giustiziati dal regime.

Il link: http://www.abuelas.org.ar/

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Tuesday, April 01, 2008

La Costa Rica e l'affaire Farc

Lo scandalo della presenza delle Farc in Costa Rica continua a provocare scompiglio nel paese centroamericano. Domenica si è dimesso, con una decisione a sorpresa, Fernando Berrocal, il ministro dell´Interno che aveva promesso di divulgare la lista di politici, sindacalisti e personalità che fiancheggiano il gruppo guerrigliero colombiano. Berrocal doveva comparire lunedì di fronte alla commissione parlamentare destinata ad indagare sulla vicenda. Il presidente Árias lo ha costretto a dimettersi per evitare proprio questo confronto.
In gioco, molto probabilmente, ci sarebbe stato il futuro del Cafta e della pace sociale che tanto piace al presidente. Nella famosa lista, infatti, ci sarebbero i nomi di molti deputati dell’opposizione, così necessari ora per votare il pacchetto di riforme necessario perchè la Costa Rica possa giovarsi dei benefici del Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti.
Su Peacereporter, l’approfondimento:

http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=10624
Su Al Día, un reportage sulle relazioni delle Farc in Costa Rica:
http://www.aldia.co.cr/ad_ee/2008/marzo/31/nacionales1479263.html

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