I ladri di bambini
È la prima sentenza, ma sarà destinata a fare polemica. I ladri di bambini, gli odiosi e odiati torturatori del regime argentino, che prima giustiziavano i genitori e poi si prendevano i figli, hanno ricevuto la prima condanna. Il tribunale ha condannato la coppia composta da Osvaldo Rivas e María Cristina Gómez rispettivamente a otto e sette anni di carcere, mentre dieci anni sono andati al militare che consegnò loro la bambina, Enrique Berthier.
Da loro, portati davanti al giudice da colei che avevano rubato –María Eugenia Sampallo, oggi trentenne e che dal 1999 ha abbandonato la coppia Rivas-Gómez-, nessuna parola di pentimento e, soprattutto, nessuna parola sulla fine dei veri genitori. A stabilire la verità c’è voluta la tenacia delle Abuelas de Plaza de Mayo che, attraverso le prove genetiche, hanno determinato che María Eugenia è figlia di Mirta Barragán e Leonardo Sampallo, due degli almeno trentamila desaparecidos fatti sparire dal regime dittatoriale argentino (1976-1983).
Secondo Estela de Carlotto, portavoce delle Abuelas, si tratta però di una sentenza troppo mite. Il Pubblico ministero aveva infatti chiesto 25 anni.
Critica anche la stessa María Eugenia che ha avuto parole durissime: “La domanda da porsi è se una persona che ha rubato un bebè, separandolo dai suoi genitori, che forse ha partecipato al loro omicidio, mentendo poi sulle origini, possa questa persona sentire amore filiale. La risposta è no, perchè il rapporto è determinato dalla crudeltà e dalla perversione”. Parole sacrosante.
Anche se la sentenza è stata lieve è importante aver stabilito un precedente, che apre la strada all’ennesima presa di coscienza della società argentina sulle efferatezze compiute durante la dittatura.
María Eugenia è una degli 88 giovani a cui le Abuelas de Plaza de Mayo sono riuscite a restituire la vera identità. Secondo le stime della stessa associazione, sono almeno cinquecento i bimbi che furono rubati a genitori giustiziati dal regime.
Il link: http://www.abuelas.org.ar/
Da loro, portati davanti al giudice da colei che avevano rubato –María Eugenia Sampallo, oggi trentenne e che dal 1999 ha abbandonato la coppia Rivas-Gómez-, nessuna parola di pentimento e, soprattutto, nessuna parola sulla fine dei veri genitori. A stabilire la verità c’è voluta la tenacia delle Abuelas de Plaza de Mayo che, attraverso le prove genetiche, hanno determinato che María Eugenia è figlia di Mirta Barragán e Leonardo Sampallo, due degli almeno trentamila desaparecidos fatti sparire dal regime dittatoriale argentino (1976-1983).
Secondo Estela de Carlotto, portavoce delle Abuelas, si tratta però di una sentenza troppo mite. Il Pubblico ministero aveva infatti chiesto 25 anni.
Critica anche la stessa María Eugenia che ha avuto parole durissime: “La domanda da porsi è se una persona che ha rubato un bebè, separandolo dai suoi genitori, che forse ha partecipato al loro omicidio, mentendo poi sulle origini, possa questa persona sentire amore filiale. La risposta è no, perchè il rapporto è determinato dalla crudeltà e dalla perversione”. Parole sacrosante.
Anche se la sentenza è stata lieve è importante aver stabilito un precedente, che apre la strada all’ennesima presa di coscienza della società argentina sulle efferatezze compiute durante la dittatura.
María Eugenia è una degli 88 giovani a cui le Abuelas de Plaza de Mayo sono riuscite a restituire la vera identità. Secondo le stime della stessa associazione, sono almeno cinquecento i bimbi che furono rubati a genitori giustiziati dal regime.
Il link: http://www.abuelas.org.ar/
Labels: Argentina
2 Comments:
c'è un lapsus. carlotto è di abuelas, non madres.
http://www.abuelas.org.ar/
saluti
Grazie per la segnalazione. Un lapsus, ho fatto le correzioni dovute. Spero non me ne vogliate.
M.
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