Il Guatemala rispolvera la pena di morte
Álvaro Colom ha compiuto i primi trenta giorni della sua presidenza incentrando le sue priorità sulla lotta alla criminalità. La trincea è la strada e sulla strada, in una settimana, ci hanno lasciato la pelle sette autisti di bus (undici in tutto il mese), categoria che è diventata l’obiettivo più esposto per i pandilleros. Gli assalti agli autobus, che erano diventati una costante nella capitale guatemalteca, sono stati ora repressi con la presenza di pattuglie dell’esercito che compiono i viaggi assieme ai passeggeri. 2800 poliziotti e tremila soldati sono dislocati in questi giorni per permettere il regolare funzionamento del trasporto urbano.
Ma la mano dura non finisce con la presenza militare alle fermate dei bus e nelle vie cittadine. Colom ha deciso di rispolverare la pena di morte, ristabilita sotto la presidenza di Arzú, e di renderla ora effettiva. Gli stessi 41 prigionieri del braccio della morte del carcere di Pavón hanno lavorato nei giorni scorsi per ristrutturare il loro funesto padiglione, mentre Colom ha dichiarato che chiedere la grazia sarà tempo perso, già che non ne concederà alcuna.
Le esecuzioni saranno effettuate per mezzo di un’iniezione letale ed hanno aperto una dibattito aspro nella società guatemalteca: http://www.jorgecabrera.com/blog/index.php/2008/02/13/vuelve-la-pena-de-muerte-la-sed-de-venganza/
Le ultime esecuzioni in Guatemala risalgono all’anno 2000, quando vennero giustiziati Luis Amilcar Cetín e Tomás Cerrate, autori del rapimento ed uccisione di Isabel Bonifaci de Botrán, erede della dinastia Botrán (http://www.ronesdeguatemala.com/).
Sulla questione si è mobilitata Amnesty International, che ha chiesto a Colom di non riprendere le esecuzioni, già che solo due mesi fa il Guatemala aveva votato all’Onu a favore della moratoria internazionale.
Ma la mano dura non finisce con la presenza militare alle fermate dei bus e nelle vie cittadine. Colom ha deciso di rispolverare la pena di morte, ristabilita sotto la presidenza di Arzú, e di renderla ora effettiva. Gli stessi 41 prigionieri del braccio della morte del carcere di Pavón hanno lavorato nei giorni scorsi per ristrutturare il loro funesto padiglione, mentre Colom ha dichiarato che chiedere la grazia sarà tempo perso, già che non ne concederà alcuna.
Le esecuzioni saranno effettuate per mezzo di un’iniezione letale ed hanno aperto una dibattito aspro nella società guatemalteca: http://www.jorgecabrera.com/blog/index.php/2008/02/13/vuelve-la-pena-de-muerte-la-sed-de-venganza/
Le ultime esecuzioni in Guatemala risalgono all’anno 2000, quando vennero giustiziati Luis Amilcar Cetín e Tomás Cerrate, autori del rapimento ed uccisione di Isabel Bonifaci de Botrán, erede della dinastia Botrán (http://www.ronesdeguatemala.com/).
Sulla questione si è mobilitata Amnesty International, che ha chiesto a Colom di non riprendere le esecuzioni, già che solo due mesi fa il Guatemala aveva votato all’Onu a favore della moratoria internazionale.
Labels: Guatemala
1 Comments:
Alla fine il candidato "socialdemocratico" ha aperto il suo mandato con quello che era stato il cavallo di battaglia elettorale del suo avversario (che chiedeva di "votare con mano dura"). Andiamo bene... francesco
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