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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Thursday, January 24, 2008

Messico, terra di disertori

I messicani? Grandi disertori. In sette anni (durante la presidenza di Fox ed il primo anno di Calderón) le forze armate messicane hanno fatto registrare più di centomila diserzioni. Solo nel 2007 ci sono state quasi diciottomila defezioni (17758 per l’esattezza, più 119 ufficiali ed otto comandanti). Secondo il Ministero della Difesa (http://www.sedena.gob.mx/) l’alto indice di deserzione è dovuto soprattutto alla mancanza di adeguamento alla vita militare, ma esistono molti casi documentati di soldati che, dopo aver ricevuto l’addestramento basico dall’esercito, passano ad ingrossare le fila delle truppe mercenarie del narcotraffico.
Il caso degli Zeta è il più eclatante. Braccio armato del cartello del Golfo, gli Zeta sono tutti ex militari delle forze speciali, passati dalla parte della delinquenza in vista dei grossi guadagni che l’affiancamento al narcotraffico comporta. L’ammissione del governo messicano è stata accompagnata però dall’assicurazione che l’offensiva scatenata dall’esercito ai cartelli ha posto un freno all’emorragia di forze.
Sarà, ma intanto sono in molti –e primo fra tutti l’Ombudsman- a chiedere il ritiro dell’esercito dalle zone di conflitto con il narco. A farne le spese, secondo il Difensore civico, José Luis Soberanes, è la popolazione civile: secondo dati in possesso della Commissione nazionale per i diritti umani l’esercito si sarebbe macchiato, soprattutto nelle zone rurali, di torture, stupri ed omicidi a civili innocenti (
http://www.cndh.org.mx/).

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