Venti di guerra soffiano
L’Ecuador ha mandato undicimila soldati al confine con la Colombia, accompagnati da un laconico messaggio del Ministro della Difesa, Wellington Sandoval: “Le Forze armate ecuadoriane sono pronte per rispondere a qualsiasi affronto”. Sull’altra frontiera, Chávez ha mosso otto battaglioni in assetto di guerra ed ha minacciato Uribe di nemmeno pensare di fare con lui ciò che ha fatto con l’Ecuador.
La crisi si fa tesa perchè le Forze armate colombiane insistono di aver trovato documenti nell’accampamento delle Farc attaccato –e situato in territorio ecuadoriano- in cui appare evidenza dei contatti tra Raúl Reyes ed i governi del Venezuela e dell’Ecuador. In particolare, vengono citati due ministri –il venezuelano Ramón Rodríguez Chacín e l’ecuadoriano Gustavo Larrea– che avrebbero agito come emissari dei rispettivi presidenti.
Interessante da seguire la posizione degli altri paesi latinoamericani. Cile ed Argentina (il comunicato dice che il governo di questo paese “è costernato dall’agire della Colombia”) hanno censurato l’azione militare colombiana, mentre gli altri –per il momento- hanno solo invitato alla calma, chiamandosi fuori da pericolose dichiarazioni. Correa si è dato il tempo di telefonare a tutti i presidenti della regione –nonchè a Zapatero-, spiegando le ragioni della mobilitazione delle truppe e chiedendo alla comunità dell’Osa di condannare l’invasione colombiana al territorio ecuadoriano. In quanto all’appoggio del suo governo alle Farc dice che si tratta di un montaggio. Larrea, in effetti, aveva incontrato Reyes lo scorso gennaio, ma solo per trattare la questione degli ostaggi.
Nessuno, per il momento, ha intenzione di smorzare i toni. Uribe sta vivendo un momento di alta popolarità interna e sembra deciso di approfittare fino in fondo la situazione favorevole.
Per seguire direttamente i comunicati minacciosi dei vari eserciti, questi i link:
http://www.mindefensa.gov.co/
http://www.midena.gov.ec/
http://www.mindefensa.gov.ve/
La crisi si fa tesa perchè le Forze armate colombiane insistono di aver trovato documenti nell’accampamento delle Farc attaccato –e situato in territorio ecuadoriano- in cui appare evidenza dei contatti tra Raúl Reyes ed i governi del Venezuela e dell’Ecuador. In particolare, vengono citati due ministri –il venezuelano Ramón Rodríguez Chacín e l’ecuadoriano Gustavo Larrea– che avrebbero agito come emissari dei rispettivi presidenti.
Interessante da seguire la posizione degli altri paesi latinoamericani. Cile ed Argentina (il comunicato dice che il governo di questo paese “è costernato dall’agire della Colombia”) hanno censurato l’azione militare colombiana, mentre gli altri –per il momento- hanno solo invitato alla calma, chiamandosi fuori da pericolose dichiarazioni. Correa si è dato il tempo di telefonare a tutti i presidenti della regione –nonchè a Zapatero-, spiegando le ragioni della mobilitazione delle truppe e chiedendo alla comunità dell’Osa di condannare l’invasione colombiana al territorio ecuadoriano. In quanto all’appoggio del suo governo alle Farc dice che si tratta di un montaggio. Larrea, in effetti, aveva incontrato Reyes lo scorso gennaio, ma solo per trattare la questione degli ostaggi.
Nessuno, per il momento, ha intenzione di smorzare i toni. Uribe sta vivendo un momento di alta popolarità interna e sembra deciso di approfittare fino in fondo la situazione favorevole.
Per seguire direttamente i comunicati minacciosi dei vari eserciti, questi i link:
http://www.mindefensa.gov.co/
http://www.midena.gov.ec/
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