Baci e abbracci a Santo Domingo
Leonel Fernández ha fama di essere uomo forte a casa sua, nella Repubblica Dominicana. All´estero, invece, non sono in molti a conoscere i suoi modi schietti ed audaci. Pochi però si aspettavano che al culmine delle accuse tra Ecuador, Venezuela e Colombia–durante il summit del gruppo di Rio che si tiene a Santo Domingo- Fernández non solo chiedesse calma, ma invitasse Chávez, Uribe e Correa a stringersi la mano e scacciare così la crisi.
Correa, in un primo momento, ha chiesto tempo, poi pressato ha acceduto: “Se mi chiede scusa, accetto”. Uribe non ha perso tempo, si è alzato dalla sedia ed è andato a stringere la mano di un Correa visibilmente scosso. A questo punto anche Chávez si è avvicinato al colombiano, con il quale ha scambiato diverse battute. Nel mezzo degli applausi e della concitazione, si è quindi sentita la voce di Daniel Ortega:
“Non si dimentichi, presidente, di togliere le navi da San Andrés. Anche noi abbiamo rotto le relazioni con la Colombia”.
Un bel siparietto, insomma, alla vogliamoci bene e che ha dissipato –almeno per il momento- la crisi. Uribe ne esce vincitore: ha fatto quello che ha voluto, non ha ricevuto la condanna dall’Osa, ha posto molti interrogativi sul ruolo dell’Ecuador con le Farc, ha mostrato i muscoli, ha fatto fuori almeno tre pezzi grossi delle Farc in pochi giorni. Ha dimostrato, insomma, che la Colombia è forte e può tenere testa al Venezuela ed ai suoi alleati.
Intanto, le marce di protesta che si tengono a Bogotá e in tutte le maggiori città colombiane, contro i crimini dei gruppi paramilitari non hanno ricevuto l’appoggio del governo, al contrario di quelle del 4 febbraio. Niente da stupirsi, no?
In quanto alla richiesta di Ortega, Uribe ha detto no. Le navi non le toglie da San Andrés, ma ha promesso di non oltrepassare il parallelo 82. Sufficiente, però, perchè anche Daniel si possa sentire soddisfatto.
Un buon riassunto con i momenti salienti: http://es.youtube.com/watch?v=WPCXagObgLE
Correa, in un primo momento, ha chiesto tempo, poi pressato ha acceduto: “Se mi chiede scusa, accetto”. Uribe non ha perso tempo, si è alzato dalla sedia ed è andato a stringere la mano di un Correa visibilmente scosso. A questo punto anche Chávez si è avvicinato al colombiano, con il quale ha scambiato diverse battute. Nel mezzo degli applausi e della concitazione, si è quindi sentita la voce di Daniel Ortega:
“Non si dimentichi, presidente, di togliere le navi da San Andrés. Anche noi abbiamo rotto le relazioni con la Colombia”.
Un bel siparietto, insomma, alla vogliamoci bene e che ha dissipato –almeno per il momento- la crisi. Uribe ne esce vincitore: ha fatto quello che ha voluto, non ha ricevuto la condanna dall’Osa, ha posto molti interrogativi sul ruolo dell’Ecuador con le Farc, ha mostrato i muscoli, ha fatto fuori almeno tre pezzi grossi delle Farc in pochi giorni. Ha dimostrato, insomma, che la Colombia è forte e può tenere testa al Venezuela ed ai suoi alleati.
Intanto, le marce di protesta che si tengono a Bogotá e in tutte le maggiori città colombiane, contro i crimini dei gruppi paramilitari non hanno ricevuto l’appoggio del governo, al contrario di quelle del 4 febbraio. Niente da stupirsi, no?
In quanto alla richiesta di Ortega, Uribe ha detto no. Le navi non le toglie da San Andrés, ma ha promesso di non oltrepassare il parallelo 82. Sufficiente, però, perchè anche Daniel si possa sentire soddisfatto.
Un buon riassunto con i momenti salienti: http://es.youtube.com/watch?v=WPCXagObgLE
Labels: America Latina
2 Comments:
Perche non:)
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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