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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, July 09, 2007

Lula insiste sull'etanolo

Lula insiste: i biocombustibili sono buoni. La difesa è avvenuta nella prestigiosa sede di Bruxelles, dove il presidente brasiliano ha perorato la causa del combustibile del futuro davanti ai ministri europei. L’Unione europea vuole infatti trasformare i propri consumi e l’obiettivo per il 2020 è che almeno il 10% delle auto si muova con etanolo.
Lula, fiutata l’opportunità, ha messo le vesti del bottegaio e con veemenza ha dimostrato che il Brasile possiede l’etanolo di cui ha bisogno l’Europa, sempre e quando l’Unione rimuova ogni ostacolo doganale.
Secondo Lula, i biocombustibili sono democratici –perchè danno la possibilità a paesi privi di petrolio di generare energia-; solidali –perchè generano posti di lavoro-; internazionalisti –perchè aprono nuovi cammini all’esportazione-; rivoluzionari –perchè innovativi-. Per non parlare poi di una dose di realismo magico, che ben si applica quando si parla di America Latina: “Nel mio paese si sta riducendo la povertà, allo stesso tempo che cresce la produzione di biocombustibile”.
Lula è addirittura arrivato a parlare di un cartello internazionale avverso all’etanolo, “che non vuole che il Brasile diventi una grande nazione”. Insomma, non solo il futuro, ma la grandezza del Brasile passa per i biocombustibili e non c’è ideologia che possa tenere di fronte al nazionalismo e alle pressioni dei gruppi di potere.
Nessuna parola, naturalmente, sulle prime sequele provocate dalla produzione di etanolo, come il caro-tortilla in Messico o l’alta deforestazione illegale che ogni giorno impoverisce sempre più l’Amazzonia. Il buon bottegaio parla solo delle qualità dei suoi prodotti, non dei difetti.

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