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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Saturday, June 30, 2007

La guerra di Rio

Rio aspetta i Giochi Panamericani (13-29 luglio) ma intanto la città è blindata, trasformata in zona di guerra dagli scontri tra i reparti speciali della polizia e le bande di narcotrafficanti delle favelas. Gli agenti pattugliano le strade in una calma tesa, dove la gente pretende di vivere una normalità che sembra ormai aver perso da tempo. I pattugliamenti proseguono infatti da due mesi e solo mercoledì scorso l’operazione nel quartiere di Penha ha lasciato come saldo diciannove morti. 1350 agenti, elicotteri e mezzi blindati hanno preso di assalto le favelas di Alemao scatenando una spietata caccia all’uomo durata dodici ore e che è terminata dopo ripetuti scontri a fuoco.
Da tempo, ormai, Rio ha perso la sua immagine di città da cartolina, per assumere invece i connotati di una delle più pericolose metropoli dell’America Latina. Nella città vive e si alimenta uno Stato parallelo, formato dai gruppi di narcotrafficanti che hanno imposto la loro legge e che hanno cancellato ogni lecito reclamo della società civile.
Secondo l’Onu a Rio si vive una situazione simile a quella in atto nella Striscia di Gaza, dove le scaramucce, gli scontri e gli omicidi sono all’ordine del giorno, con in mezzo i bambini sfruttati dalla delinquenza e vessati dalle autorità; ma tutta la popolazione civile, in generale, è ostaggio di questo perverso sistema.

La polizia, intanto, promette altre azioni di forza prima dell’inizio dei Giochi, che accoglieranno cinquemila atleti di tutta l’America e quasi un milione di turisti.

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1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

1:57 PM  

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