Il Perú in piazza
Il Perù si è mobilitato in questi giorni per chiedere aumenti salariali e rispetto dei diritti dei lavoratori. I manifestanti dicono no anche al Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti (previsto ad agosto) e al crescente autoritarismo del presidente Alan García. Maestri, agricoltori, studenti, minatori e la Centrale dei lavoratori sono scesi in strada a protestare in quasi tutte le città peruviane, dalla capitale Lima a Tacna, Puno, Andahuaylas, Ayacucho, Arequipa. Il saldo è già di tre morti ed una trentina di feriti.
I maestri sono in sciopero dal 5 luglio e hanno intenzione di proseguire la loro protesta fino a quando il governo non si siederà a dialogare con loro. Ma García, di dialogare proprio non ne vuole sapere: giovedì ha fatto arrestare i dirigenti sindacali che guidano lo sciopero ed in seguito ha definito i sindacati delle “dittature”, promettendo che stroncherà con mano dura le rivolte. Cosa che García ha già fatto in passato, alla faccia della socialdemocrazia all’europea dell’Apra.
Nel blog dell’analista politico Raúl Wiener si possono seguire i fatti di Lima: http://www.rwiener.blogspot.com/
I maestri sono in sciopero dal 5 luglio e hanno intenzione di proseguire la loro protesta fino a quando il governo non si siederà a dialogare con loro. Ma García, di dialogare proprio non ne vuole sapere: giovedì ha fatto arrestare i dirigenti sindacali che guidano lo sciopero ed in seguito ha definito i sindacati delle “dittature”, promettendo che stroncherà con mano dura le rivolte. Cosa che García ha già fatto in passato, alla faccia della socialdemocrazia all’europea dell’Apra.
Nel blog dell’analista politico Raúl Wiener si possono seguire i fatti di Lima: http://www.rwiener.blogspot.com/
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