Di censure e mezzi di comunicazione
C’è maniera e maniera di fare informazione. I fatti, come sappiamo, possono essere manipolati e presentati come meglio interessa alle parti.
Vi volevo fare l’esempio di RCTV, il canale venezuelano che da lunedì non potrà più trasmettere. La chiusura di questa televisione si appella a un tecnicismo, la scadenza del contratto sulle frequenze da utilizzare. La misura presa dal governo chavista è legale, perchè risponde ad un ordinamento, però questo non ha fatto altro che alimentare fortissime critiche interne ed esterne all’amministrazione di Chávez. In un certo senso mi sento di sottoscrivere parte di queste critiche, non tanto per i termini con cui viene chiuso il canale, ma per la facilità con cui Chávez ha disposto che la frequenza sia consegnata ad un’ennesima televisione statale, che gli permette di avere un maggiore controllo sull’informazione.
Rimane, insomma, l’amaro sapore in bocca che si tratti di una censura ed anche di una vendetta per le posizioni prese in passato da RTCV. Come giornalista non posso essere d’accordo su questo tipo di misure.
Ma vediamo cosa succede invece in Honduras, dove il presidente Manuel Zelaya ha firmato un decreto che obbliga radio e televisioni del Paese a trasmettere per i prossimi dieci giorni due ore di veline sull’operato del suo governo. Nessuno, se ne è scandalizzato. L’abuso in questo caso, trattandosi di un governo conservatore e di destra, non viene riportato, anzi c’è chi esalta l’opera di Zelaya perchè mette freno al potere dei mezzi di comunicazione. All’estero, poi, nessuno ne parla, tanto dell’Honduras a nessuno gliene importa.
Per circa una settimana non ci sarò, per cui sarà difficile che posterò qualcosa. Vi lascio con il link dell’agenzia Qui Managua di questo mese. Ci sono vari temi che abbiamo anche trattato su questo blog: Posada Carriles, Oaxaca, Primo maggio in Nicaragua, il vertice dell’Alba e il mio contributo sul referendum sul Cafta in Costa Rica:http://www.itanica.org/itanica/agenzia/numero7.htm
Vi volevo fare l’esempio di RCTV, il canale venezuelano che da lunedì non potrà più trasmettere. La chiusura di questa televisione si appella a un tecnicismo, la scadenza del contratto sulle frequenze da utilizzare. La misura presa dal governo chavista è legale, perchè risponde ad un ordinamento, però questo non ha fatto altro che alimentare fortissime critiche interne ed esterne all’amministrazione di Chávez. In un certo senso mi sento di sottoscrivere parte di queste critiche, non tanto per i termini con cui viene chiuso il canale, ma per la facilità con cui Chávez ha disposto che la frequenza sia consegnata ad un’ennesima televisione statale, che gli permette di avere un maggiore controllo sull’informazione.
Rimane, insomma, l’amaro sapore in bocca che si tratti di una censura ed anche di una vendetta per le posizioni prese in passato da RTCV. Come giornalista non posso essere d’accordo su questo tipo di misure.
Ma vediamo cosa succede invece in Honduras, dove il presidente Manuel Zelaya ha firmato un decreto che obbliga radio e televisioni del Paese a trasmettere per i prossimi dieci giorni due ore di veline sull’operato del suo governo. Nessuno, se ne è scandalizzato. L’abuso in questo caso, trattandosi di un governo conservatore e di destra, non viene riportato, anzi c’è chi esalta l’opera di Zelaya perchè mette freno al potere dei mezzi di comunicazione. All’estero, poi, nessuno ne parla, tanto dell’Honduras a nessuno gliene importa.
Per circa una settimana non ci sarò, per cui sarà difficile che posterò qualcosa. Vi lascio con il link dell’agenzia Qui Managua di questo mese. Ci sono vari temi che abbiamo anche trattato su questo blog: Posada Carriles, Oaxaca, Primo maggio in Nicaragua, il vertice dell’Alba e il mio contributo sul referendum sul Cafta in Costa Rica:http://www.itanica.org/itanica/agenzia/numero7.htm
Labels: Venezuela
3 Comments:
non mi esprimo sul fatto "ha fatto bene o meno" a fare ciò che ha fatto Chavez: si può essere più o meno d'accordo... mi sembra però che bugie e mezze verità riportate dagli organi di stampa di mezzo mondo siano per lo meno "criticabili"
concordo pienamente con marco v.: sicuramente le mezze verità, o la falsità di alcune esternazioni (del tipo CNN su Chavez riguardo ai presunti legami con al-qaeda) non fanno altro che alimentare la tensione a caracas e dintorni...
Alcuni mezzi di comunicazione si sono comportati in maniera sconcertante, avendo come obiettivo quello di aumentare la tensione e la violenza; questo non può trovarmi che d'accordo con Marco e Alessandro.
M.
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