Il muro è servito
Il muro si farà. L’iter legale è finito, Bush ha firmato, gli Usa sono infine a salvo dalle ondate di messicani e latinoamericani che premono sulla frontiera sud. Le reazioni non si sono fatte attendere. Le critiche sono arrivate da tutte le parti, ma non dimentichiamo che la misura era attesa perchè, come tutto nell’amministrazione Bush, si fa in vista dei reclami politici. Tra undici giorni, infatti si vota per il Senato e la situazione dei repubblicani è pessima. Bush cerca di riguadagnare un poco di terreno facendo il duro, ma questa volta sembra proprio che ci sia poco da salvare.
Le reazioni. Il cancelliere salvadoregno, Eduardo Cálix, ha detto che “i muri non frenano i processi migratori. Questa misura aumenterà solo la corruzione e la tratta di uomini e donne”. Vicente Fox, il presidente messicano, ha dichiarato che “il muro è una vergogna che va contro i principi di un popolo che si dice libero”.
Calderón, suo successore, lo considera “inutile che costerà molto caro ai contribuenti statunitensi. L’umanità ha commesso un errore erigendo il muro di Berlino e gli Usa oggi commettono lo stesso errore di allora”.
Nicolás Maduro, ministro degli esteri venezuelano, dice che “gli Usa dimostrano tutto il loro razzismo con questa misura che va contro tutti i popoli latinoamericani”.
Il fondo su Juventud Rebelde, di Cuba parla di “un fiasco che non risolverà i problemi interni di Bush”.
La scrittrice Sandra Cisneros, autrice di successo negli Usa, di origine ispane, non ha risparmiato le critiche: “Il razzismo che pervade gli Stati Uniti è lo stesso che si poteva sentire nella Germania negli anni Trenta. I messicani di oggi sono gli ebrei di allora”. Ha anche coniato un vocabolo: mexifobía.
Su flickr, 112 foto su uno dei muri già costruiti, quello di Tijuana:
http://www.flickr.com/search/?q=tijuana+wall
Le reazioni. Il cancelliere salvadoregno, Eduardo Cálix, ha detto che “i muri non frenano i processi migratori. Questa misura aumenterà solo la corruzione e la tratta di uomini e donne”. Vicente Fox, il presidente messicano, ha dichiarato che “il muro è una vergogna che va contro i principi di un popolo che si dice libero”.
Calderón, suo successore, lo considera “inutile che costerà molto caro ai contribuenti statunitensi. L’umanità ha commesso un errore erigendo il muro di Berlino e gli Usa oggi commettono lo stesso errore di allora”.
Nicolás Maduro, ministro degli esteri venezuelano, dice che “gli Usa dimostrano tutto il loro razzismo con questa misura che va contro tutti i popoli latinoamericani”.
Il fondo su Juventud Rebelde, di Cuba parla di “un fiasco che non risolverà i problemi interni di Bush”.
La scrittrice Sandra Cisneros, autrice di successo negli Usa, di origine ispane, non ha risparmiato le critiche: “Il razzismo che pervade gli Stati Uniti è lo stesso che si poteva sentire nella Germania negli anni Trenta. I messicani di oggi sono gli ebrei di allora”. Ha anche coniato un vocabolo: mexifobía.
Su flickr, 112 foto su uno dei muri già costruiti, quello di Tijuana:
http://www.flickr.com/search/?q=tijuana+wall
Labels: Centroamerica, Usa
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