Tompkins, milionario ambientalista
Cosa ci fa Douglas Tompkins con 600,000 ettari di territorio argentino e cileno? Tompkins da circa quindici anni sta comperando terreni vergini, equamente divisi tra le due nazioni sudamericane. Secondo le sue dichiarazioni, l’acquisto è dovuto solamente per la buona causa della preservazione dell’ambiente: la riserva Pumalín, in Cile, ne è la testimonianza diretta (http://www.pumalinpark.org/content/index.htm).
Tompkins, 63 anni, ha fatto i milioni fondando la firma Esprit (http://www.esprit.com/?flash=1), -la moglie è quella che inventò la marca Patagonia-
salvo poi abbandonare l’impresa (ma non il capitale) per trasformarsi nel primo milionario ambientalista. Nemico della globalizzazione e del consumismo, è convinto che solo il mecenatismo può salvare l’ambiente dalla distruzione.
In Cile ed in Argentina gli sono addosso. In quest’ultimo paese si sta cercando di far votare una legge per espropriare i terreni di Tompkins situati nella regione di Corrientes. Il nodo della questione è abbastanza semplice. Il milionario, infatti, dispone del controllo delle principali fonti acquifere di Corrientes ed il governo argentino non sembra essere disposto a tollerarlo. Secondo le fonti governative, la filantropia ecologica di Tompkins non sarebbe che uno specchio per allodole. El gringo non avrebbe fatto altro che deviare i suoi affari dall’abbigliamento all’ambiente, reputato appunto l’affare del futuro. Acqua, boschi, legname, il sottosuolo possiedono le preziose risorse che determineranno la qualità della vita nel futuro. Tutto a scapito, poi, delle sovranità nazionali.
“Io non sono il problema, sono la soluzione” ripete Tompkins, che insiste nel difendere il suo modello di conservazione dell’ambiente. Le sue idee sono esposte in questa intervista a Diario Epoca: http://www.diarioepoca.com/2005/08/21/foco/2_douglas.php
Lungi dall’essere preoccupato dalla posizione del governo argentino, Tompkins continua a comperare: vuole essere lui e solo lui il re della Patagonia.
Tompkins, 63 anni, ha fatto i milioni fondando la firma Esprit (http://www.esprit.com/?flash=1), -la moglie è quella che inventò la marca Patagonia-
salvo poi abbandonare l’impresa (ma non il capitale) per trasformarsi nel primo milionario ambientalista. Nemico della globalizzazione e del consumismo, è convinto che solo il mecenatismo può salvare l’ambiente dalla distruzione.
In Cile ed in Argentina gli sono addosso. In quest’ultimo paese si sta cercando di far votare una legge per espropriare i terreni di Tompkins situati nella regione di Corrientes. Il nodo della questione è abbastanza semplice. Il milionario, infatti, dispone del controllo delle principali fonti acquifere di Corrientes ed il governo argentino non sembra essere disposto a tollerarlo. Secondo le fonti governative, la filantropia ecologica di Tompkins non sarebbe che uno specchio per allodole. El gringo non avrebbe fatto altro che deviare i suoi affari dall’abbigliamento all’ambiente, reputato appunto l’affare del futuro. Acqua, boschi, legname, il sottosuolo possiedono le preziose risorse che determineranno la qualità della vita nel futuro. Tutto a scapito, poi, delle sovranità nazionali.
“Io non sono il problema, sono la soluzione” ripete Tompkins, che insiste nel difendere il suo modello di conservazione dell’ambiente. Le sue idee sono esposte in questa intervista a Diario Epoca: http://www.diarioepoca.com/2005/08/21/foco/2_douglas.php
Lungi dall’essere preoccupato dalla posizione del governo argentino, Tompkins continua a comperare: vuole essere lui e solo lui il re della Patagonia.
1 Comments:
Chi abita o abitava nei terreni comprati da questo sedicente ecologista e disinteressato signore? Un altro caso Benetton contro i Mapuches, con tanto di bella lettera firmata Adolfo Pèrez Esquivel?
Tranquillo, Sig. Tompkins: le quindici zitelle del Pinochet fans club non vedono l'ora di consolarti, se proprio non dovesse andare.
ciao Maurizio, a presto,
Francesco
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