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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Tuesday, August 22, 2006

Il pensiero di Rigoberta

Rigoberta Menchú ha rilasciato nei giorni scorsi un’intervista a Gianni Beretta del Manifesto. Il pezzo è uscito il 18 agosto, probabilmente passato per lo più inosservato per le vacanze estive. Riporto quindi i passaggi dell’intervista che riguardano i temi che abbiamo trattato su questo blog.

Ordine d’arresto internazionale per Ríos Montt e gli altri genocidi:
Credo che l'ordine di arresto internazionale contro i responsabili del genocidio costituisca innanzitutto un trionfo per le vittime e i loro familiari, un riscatto della loro dignità e per la memoria dei loro morti. È poi un successo per la giustizia universale, che mette alla prova l'applicazione delle convenzioni internazionali contro i delitti di lesa umanità. Ma si tratta soprattutto di un test decisivo per l'efficacia dello stato e della giustizia guatemalteca; una sfida contro l'impunità. Credo che questo mandato di cattura presto o tardi sarà eseguito. Ma non sarà facile perchè i responsabili del terrorismo di stato, delle torture e delle mattanze del passato sono ancora molto influenti nella politica e nelle istituzioni. Non solo: posso affermare senza remore che questi gruppi sono alla testa della criminalità organizzata, del sistema di corruzione e del narcotraffico...
Governo e indigeni:
Devo riconoscere che questo governo ha ampliato gli spazi di partecipazione degli indigeni nelle istituzioni dello stato e nell'esecutivo. Svolgono un ruolo importante la Commissione presidenziale contro il razzismo e le discriminazioni, l'Accademia delle lingue maya, il Consiglio nazionale di educazione maya e il Coordinamento interistituzionale delle organizzazioni maya. Molti di noi ricoprono oggi incarichi di responsabilità. La battaglia l'abbiamo data. Forse non si vedrà ancora molto. Ma quando uno è rinchiuso in una gabbia dove ci sono più belve feroci che animali docili...
Il presidente Berger:
I miei rapporti con il presidente sono buoni. Il problema è che questo governo non ha i sufficienti rapporti di forza per far passare i suoi programmi in parlamento. Faccio un esempio: il Congresso non ha ancora approvato la legge per combattere il crimine organizzato; il Fronte repubblicano guatemalteco (il Frg di Rios Montt e di Alfonso Portillo, precedentemente al governo) vogliono emendarla con la non estradabilità dei narcotrafficanti cui sono legati. Pensate che tutti sanno chi sono e dove stanno i capi narcos, ma sono intoccabili: la loro capacità di intimidazione è più forte di quella repressiva dello stato. Rios Montt e Portillo prima di andarsene hanno creato per legge entità inquinate e infiltrato gli apparati dello stato con le mafie del crimine. Cosi' che l'attuale governo avrebbe pure buoni propositi ma è troppo debole...
Bande giovanili e dell'assassinio indiscriminato delle donne:
...Sono una nuova modalità di espressione della violenza che i boss della criminalità usano come proprio capitale d'investimento. Le modalità della violazione dei diritti umani in Guatemala oggi sono cambiate; ma per mantenere lo stesso risultato: la paura, la psicosi del terrore. Le mafie manipolano le maras che sono organizzate capillarmente nei quartieri dove esigono il pizzo da chiunque svolga un'attività: persino dall'anziana povera signora che vende zuppe all'angolo della strada. E la polizia, essa stessa intimidita, non riesce a intervenire. Tantomeno trova testimoni disposti a denunciare. Per questo capita pure che qualcuno finisca col farsi giustizia da sè. Anche il numero crescente di assassinii di giovani donne si consuma all'interno delle bande e delle mafie, con un ritorno prepotente del machismo, legato alla cultura del terrore. È urgentissimo lavorare per sostenere le istituzioni del sistema democratico prima che la sfiducia e la disperazione abbiamo definitivamente il sopravvento.
Un partito indigeno anche in Guatemala:
Quello dell'organizzazione è uno dei miei nahuales (energie spirituali) che più mi protegge in questo mondo. Fin da bambina mio padre mi ha insegnato a organizzare nella comunità. E da quando ho avuto il Nobel ho pensato a uno strumento politico che rendesse possibile la partecipazione delle popolazioni indigene al potere. Nel 1993 ci ho provato insieme ad altri leader conosciuti. Formammo il Kamal-E. Ma non funzionò perchè un gruppo maya che unisse diverse tendenze non piacque all'allora guerriglia e alla sinistra. Ci disperdemmo nella post-guerra ciascuno facendo preziosi censimenti del genocidio. Non rilanciai quell'idea per non dar corda a coloro che mi accusavano di voler figurare alla testa di ogni iniziativa senza avere una vera base sociale. Ho riflettuto molto su quelle critiche giungendo alla conclusione che non si trattava altro che dei soliti argomenti di chi imbraccia gli strumenti dell'oppressione e del razzismo. Volevano condizionarmi...
Sono una dirigente politica che ha ricevuto una missione dai suoi avi; e la devo compiere fino in fondo. Dunque, anche se non per le elezioni dell'anno prossimo, fonderò un partito indigeno. Qualcuno dice che voglio essere presidente della repubblica; se il destino lo vorrà sarò presidente del Guatemala.Il testo completo dell’intervista: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/18-Agosto-2006/art43.html

2 Comments:

Blogger A. said...

grazie per il servizio...mi era proprio sfuggito in questi gg di vacanza...
ciao

9:19 AM  
Blogger maurizio campisi said...

Non credere, era sfuggito anche a me. A segnalarmelo è stata una cara amica, Lulú Ortega, tica trapiantata a Milano.
Un salutone anche a lei.
Maurizio

5:39 PM  

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