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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, September 10, 2006

La ribellione dei ricchi

Il primo sciopero che Evo Morales ha dovuto affrontare, è finito con l’intervento della polizia. Ad indire la serrata sono stati gli imprenditori delle quattro province più sviluppate del paese -Santa Cruz, Tarija, Pando e Beni, le stesse dove nel referendum vinse il sì all’autonomia- per protestare contro la politica del governo, soprattutto sul regolamento dell’Assemblea costituente. Uno sciopero strano, voluto da chi detiene le ricchezze del paese e al quale non hanno partecipato, sebbene invitati, nè i commercianti nè i sindacati. Uno sciopero dei ricchi, insomma, dove ancora una volta i dirigenti hanno chiamato alla secessione per marcare la differenza tra la Bolivia delle pianure e la Bolivia andina, quella bianca e quella indigena. Non c’è responsabilità in questi appelli, c’è solo un progetto di destabilizzazione e la volontà di creare confusione. Non a caso, la violenza si è impadronita presto delle manifestazioni, obbligando la polizia ad intervenire.
Abbattere il governo di Morales e creare due Bolivie è il disegno di Nación Camba, un movimento di destra che, come spiega nella sua pagina web rivendica la creazione di un nuovo Stato, con Santa Cruz capitale. Il sedicente gruppo si presenta con la tristissima frase in campo nero: Patria Camba o muerte, ricordando a tutti come il fascismo sia sempre vivo in America Latina. Secessione, razzismo, formazione di brigate giovanili (leggasi picchiatori) i Camba si proclamano così i portatori di una nazione nuova, senza indigeni da cui saranno separati da frontiere ben delineate.
Il documento della Nazione Camba è qui:
http://www.nacioncamba.net/documentos/la%20solucion%20confedera1l.htm
Tra le varie cose, c’è anche la mappa del futuro stato (con la s minuscola, perchè non qualifica).

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