Giornalisti: venduti e senza vergogna
Pablo Alfonso è un giornalista tra i più seguiti in Florida. Esperto su Cuba, ha scritto per anni sul Nuevo Heraldo, tribuna che ha sempre lanciato infiammati editoriali contro il regime di Fidel Castro. “Cuba por dentro” era il nome della sua colonna, che per 19 anni, due volte la settimana deliziava i lettori anticastristi. L’imperfetto è necessario: Alfonso è stato infatti licenziato in tronco. La ragione? Assieme ad altri nove colleghi era sulla busta paga del governo statunitense: pagato per scrivere contro Castro. In cinque anni, Alfonso ha ricevuto 175.000 dollari per scrivere e dire cose che magari non pensava ma che tornavano comode per il suo portafoglio. Ad ospitarlo, oltre l’Heraldo, c’era Radio Martí, l’emittente dei cubani esiliati, la stessa che si vede finanziare di milioni di dollari secondo il piano Bush per la democrazia a Cuba. Solo quest’anno, ne ha ricevuti sinora 37.
L’Heraldo, giornale conservatore, si è detto all’oscuro di tutto e, appena conosciuti i fatti, ha proceduto a licenziare Alfonso. Con lui, altri due giornalisti di questo quotidiano, Olga Connor e Wilfredo Cancio sono stati accusati di corruzione e cacciati.
Altra firma importante legata allo scandalo è quella di Helen Aguirre Ferré, editorialista del Diario Las Américas. Aguirre è stata l’unica a rilasciare dichiarazioni, mostrandosi sorpresa del provvedimento: “Non vedo alcun conflitto d’interesse” a detto ai colleghi che la intervistavano.
Credibilità, obiettività, etica: parole e concetti difficili negli Stati Uniti del nuovo millennio. Ricordate l’anno scorso il caso di Armstrong Williams: il famoso analista riceveva uno stipendio dal governo per partecipare a congressi e appoggiare le riforme sull’educazione volute da Bush.
Juan Manuel Cao, un altro dei nomi della lista, è lo stesso che durante il recente vertice di Córdoba insultò Fidel Castro. Castro, per nulla alterato gli chiese: “Quanto ti pagano per fare questa scenata?”. Oggi, lo possiamo dire: 11.400 dollari, secondo quanto riportato sulla busta paga di Washington.
La pagina web del Miami Herald in spagnolo:
http://www.miami.com/mld/elnuevo/
Il Diario de Las Américas:
http://www.diariolasamericas.com/
L’Heraldo, giornale conservatore, si è detto all’oscuro di tutto e, appena conosciuti i fatti, ha proceduto a licenziare Alfonso. Con lui, altri due giornalisti di questo quotidiano, Olga Connor e Wilfredo Cancio sono stati accusati di corruzione e cacciati.
Altra firma importante legata allo scandalo è quella di Helen Aguirre Ferré, editorialista del Diario Las Américas. Aguirre è stata l’unica a rilasciare dichiarazioni, mostrandosi sorpresa del provvedimento: “Non vedo alcun conflitto d’interesse” a detto ai colleghi che la intervistavano.
Credibilità, obiettività, etica: parole e concetti difficili negli Stati Uniti del nuovo millennio. Ricordate l’anno scorso il caso di Armstrong Williams: il famoso analista riceveva uno stipendio dal governo per partecipare a congressi e appoggiare le riforme sull’educazione volute da Bush.
Juan Manuel Cao, un altro dei nomi della lista, è lo stesso che durante il recente vertice di Córdoba insultò Fidel Castro. Castro, per nulla alterato gli chiese: “Quanto ti pagano per fare questa scenata?”. Oggi, lo possiamo dire: 11.400 dollari, secondo quanto riportato sulla busta paga di Washington.
La pagina web del Miami Herald in spagnolo:
http://www.miami.com/mld/elnuevo/
Il Diario de Las Américas:
http://www.diariolasamericas.com/
0 Comments:
Post a Comment
<< Home