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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, September 11, 2006

11 settembre: requiem per i diritti civili

L’11 settembre è ormai chiaro che verrà ricordato, oltre che per l’attacco alle Twin Towers –ed anche per il golpe di Pinochet-, come il giorno in cui furono seppellite le libertà individuali. Le ripercussioni dal 2001 sono state tante e negative. Gli Usa, complice un governo autoritario che ragiona come una lobby, hanno conosciuto da allora la restrizione dei diritti civili. La tortura, lo spionaggio telefonico, la censura, gli arresti indiscriminati, che erano pratiche aborrite dalle democrazie, sono ora diventate una prassi comune, imposte ed accettate dalla maggioranza dei cittadini, indifesi di fronte all’arroganza del governo. In nome della sicurezza nazionale è stata inventata l’arma oscena dell’attacco preventivo, che dà praticamente il diritto ad ogni nazione di attaccarne un’altra motivata solo per il sospetto. È il ritorno alla preistoria, alle tribù che si scannavano e si massacravano.
C’erano una volta le monarchie assolute e oggi sono tornate: gli Usa somigliano molto a quegli stati europei che uccisero Thomas More e Giordano Bruno e che, imponendo la logica del terrore, cercavano di cancellare le coscienze individuali. Gli Usa oggi hanno adottato la stessa arma di censura, legittimando la lotta contro il terrore con altro terrore che vuole impedirci di pensare, di muoverci, di protestare.
La cosa peggiore è che la gente di Bush esporta questo terrore, lo vuole generalizzare in Europa, in America, in Asia. Gli Usa, con questi presupposti, non possono essere la guida dell’Occidente. I risultati ottenuti dalla logica violenta sono tristissimi: la frattura con il mondo arabo è praticamente insanabile, Osama Bin Laden continua a ordinare attentati dalle caverne del Pakistan, i taliban sono tornati a riorganizzarsi, l’Iraq è al bordo della guerra civile, l’Occidente vive assediato dai profughi e dall’odio, il prezzo del petrolio è alle stelle: c’è ancora chi ha il coraggio di affermare che Bush sarà ricordato come un grande presidente?
E, ancora più triste, è vedere come le nostre libertà vengono calpestate ogni giorno. Ci sono personaggi in America Latina che vorrebbero seguire l’esempio di Bush. Uribe vorrebbe mettere un chip a tutti i colombiani e Saca –il presidente del Salvador- sogna con revocare il diritto a manifestare: la loro giustificazione, la lotta contro il terrorismo. Il terrorismo è diventato la scusa di comodo per togliere potere alla gente, spogliarla dei diritti, renderla innocua. Per loro, tutti noi che pensiamo siamo terroristi
Tristissimo, no? Eppure questi sono i nostri tempi.

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