Le lunghe mani dello zio Sam
Il conflitto diplomatico tra Usa e Venezuela sta vivendo un’escalation non riportata dai media italiani. Nei giorni scorsi avevamo scritto di come Rumsfeld (proprio lui) avesse paragonato Chávez a Hitler e di come Negroponte (altro santo) avesse esposto al Senato quale pericolo fosse il Venezuela per gli interessi statunitensi.
Le acque sono torbide, ma continuano a smuoversi. L’altro giorno infatti Condoleeza Rice ha aumentato la dose, accusando Chávez di manovrare a favore dell’elezione dei suoi alleati nelle tante presidenziali previste per quest’anno in tutto il Centro e Sudamerica. In particolare, il Perú ed il Nicaragua sono sotto l’occhio critico di Washington. Mentre a Lima, Ollanta Humala sta facendo i conti con accuse di violazione dei diritti umani e vede la sua approvazione diminuire, a Managua la candidatura di Daniel Ortega sta invece prendendo forma. Attenzione, però perchè un ritorno dell’Fsln alla presidenza del Nicaragua sarebbe probabilmente l’ultimo affronto che gli Usa sopporterebbero.
La Rice ha chiesto alla Camera dei rappresentanti la formazione di un blocco di paesi in vista di un embargo al Venezuela, dando poi il suo appoggio ad uno sciopero di trasportatori che sarebbe stato in atto in questo paese. Di questo sciopero, però, non c’è traccia, nemmeno sui giornali dell’opposizione. Conoscendo la predisposizione alle bugie dell’amministrazione Bush, sembra che anche con l’America Latina verrà seguito questo nefasto copione. Chávez ha risposto, intanto, minacciando di tagliare la fornitura di petrolio agli Usa.
La Rice, però, avrà vita dura: Cile e Brasile, tra i primi invitati a formare il blocco anti Venezuela, hanno già risposto di no.
Le acque sono torbide, ma continuano a smuoversi. L’altro giorno infatti Condoleeza Rice ha aumentato la dose, accusando Chávez di manovrare a favore dell’elezione dei suoi alleati nelle tante presidenziali previste per quest’anno in tutto il Centro e Sudamerica. In particolare, il Perú ed il Nicaragua sono sotto l’occhio critico di Washington. Mentre a Lima, Ollanta Humala sta facendo i conti con accuse di violazione dei diritti umani e vede la sua approvazione diminuire, a Managua la candidatura di Daniel Ortega sta invece prendendo forma. Attenzione, però perchè un ritorno dell’Fsln alla presidenza del Nicaragua sarebbe probabilmente l’ultimo affronto che gli Usa sopporterebbero.
La Rice ha chiesto alla Camera dei rappresentanti la formazione di un blocco di paesi in vista di un embargo al Venezuela, dando poi il suo appoggio ad uno sciopero di trasportatori che sarebbe stato in atto in questo paese. Di questo sciopero, però, non c’è traccia, nemmeno sui giornali dell’opposizione. Conoscendo la predisposizione alle bugie dell’amministrazione Bush, sembra che anche con l’America Latina verrà seguito questo nefasto copione. Chávez ha risposto, intanto, minacciando di tagliare la fornitura di petrolio agli Usa.
La Rice, però, avrà vita dura: Cile e Brasile, tra i primi invitati a formare il blocco anti Venezuela, hanno già risposto di no.
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