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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Wednesday, February 15, 2006

Aznar ci riprova con l'America Latina

José María Aznar non è scomparso. Dopo i vergognosi tentativi di insabbiamento e di depistaggio sulla tragedia di Madrid, la stella del campione del centrodestra europeo sembrava eclissata. Aznar, però, non è uomo che può stare lontano dalla politica. Visto che nel suo paese non gli hanno ancora perdonato l’ignominia, sta tentando la carta dell’America Latina per ritornare sulla breccia. Domenica ha rilasciato un’intervista al quotidiano El Mercurio di Santiago del Cile dove si propone come guida del rilancio del centrodestra latinoamericano. Vi traduco i passi più importanti:
A cosa attribuisce il sorgere dei governi di sinistra in America Latina?.
Si vuole cercare delle scorciatoie alla democrazia e allo sviluppo... in America Latina c’è un ritorno al populismo. Questi movimenti indigenisti, in parte marxisti ed in parte rivoluzionari, si basano in criteri etnici, che non possono conformare le società moderne attuali”.
Che succede alla destra latinoamericana? Perchè non reagisce?
Perchè si vergogna. Sta zitta, è scomparsa, complessata ed è assurdo. Storicamente le idee di centrodestra sono quelle che hanno trionfato. È il mondo liberale, aperto, il mondo della concorrenza che ha creato più lavoro, più prosperità e più giustizia”.
Allora, perchè si vergogna?

Non lo so. Storicamente è vincitrice. Le sue formule sono quelle che trionfano”.
Non sarà perchè nel passato è stata complice delle dittature?
Credo che in America Latina nessuno possa tirare la prima pietra. Il signor Chávez ha tentato vari golpe, Castro è risultato di un golpe. Evo Morales ha vinto le elezioni, però ha reso la vita impossibile ai governanti della Bolivia”.
Come vede il futuro della destra?
Migliore dell’attuale. Spero che la marea populista si fermi. Qualcuno deve fermarla, qualcuno che dica che questo non è il cammino. Io sono disposto a farlo e so che ci sono buoni amici in America Latina che possono farlo. Organizziamoci e facciamolo”.
Negando anche la realtà, Aznar ha concluso l’intervista con un accenno all’Iraq: “Non mi pento di aver difeso l’intervento in Iraq. Ne sarei pentito al vedere oggi Saddam Hussein al lato degli ayatollah con le sue bombe nucleari”.
Ancora le bombe nucleari? Ma li legge i giornali, Aznar?
Testo integrale dell’intervista:
http://diario.elmercurio.com/2006/02/12/reportajes/_portada/noticias/D3B500E6-FABE-48E6-B0CA-DDD50FD7664A.htm


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