Cellulosa e discordia sul Río Uruguay
Il conflitto di frontiera tra Argentina e Uruguay non si placa. La differenza è nata sulla costruzione di due piante di cellulosa (una affidata alla spagnola Ence e l’altra alla finlandese Botnia) nel territorio di quest’ultimo paese, che però si affacciano sulla frontiera argentina. La cellulosa inquina e gli argentini non ne vogliono sapere di beccarsi le scorie dei vicini. La faccenda, che si protrae da più di un anno, con il tempo ha preso una brutta piega e da venerdì la frontiera sul fiume Uruguay è praticamente bloccata dalla protesta. Mentre i camion e le merci si accumulano, Kirchner sta valutando di denunciare l’Uruguay alla Corte internazionale dell’Aja. Difficile infatti che il governo della Repubblica Orientale decida di ritrattarsi: per l’Uruguay si tratta del più grosso piano di investimenti nella storia del paese.
Uruguay e Argentina, stati fratelli, uniti ora anche nell’orientamento politico dei governi, se le stanno dando di santa ragione.
Greenpeace (http://www.greenpeace.org.ar/index.php) ha cercato di fare da paciere, richiamando al dialogo, ma i suoi tentativi non hanno avuto fortuna. Sull’argomento si è andata formando una nutrita letteratura. La Botnia (http://www.metsabotnia.com/es/)
dice nella sua pagina di “produrre in maniera ecologica” la cellulosa; la Ence (http://www.ence.es/) afferma il suo compromesso con i boschi. Indymedia Uruguay riporta un’intervista agli abitanti di Fray Bentos –la località dove sorgeranno le aziende- che, al contrario del loro governo, si dicono molto preoccupati: e questo succedeva già un anno fa. In Cile, a Cobecura, una pianta di cellulosa l’anno scorso fece strage di cigni (http://www.olca.cl/oca/chile/cisnes.htm).
Uruguay e Argentina, stati fratelli, uniti ora anche nell’orientamento politico dei governi, se le stanno dando di santa ragione.
Greenpeace (http://www.greenpeace.org.ar/index.php) ha cercato di fare da paciere, richiamando al dialogo, ma i suoi tentativi non hanno avuto fortuna. Sull’argomento si è andata formando una nutrita letteratura. La Botnia (http://www.metsabotnia.com/es/)
dice nella sua pagina di “produrre in maniera ecologica” la cellulosa; la Ence (http://www.ence.es/) afferma il suo compromesso con i boschi. Indymedia Uruguay riporta un’intervista agli abitanti di Fray Bentos –la località dove sorgeranno le aziende- che, al contrario del loro governo, si dicono molto preoccupati: e questo succedeva già un anno fa. In Cile, a Cobecura, una pianta di cellulosa l’anno scorso fece strage di cigni (http://www.olca.cl/oca/chile/cisnes.htm).
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