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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, November 04, 2007

Villahermosa non è New Orleans

Due anni fa, in occasione dell’alluvione di New Orleans, avevo notato come le tragedie hanno diversi livelli di percezione. Per la città della Louisiana si era mobilitato allora tutto il mondo e le immagini struggenti della città ferita erano giunte nelle nostre case muovendo non solo le critiche per la lentezza con cui il governo statunitense aveva trattato l’emergenza, ma anche mobilitando una rete di soccorsi e solidarietà senza precedenti.
Avevo parlato al tempo che nè Mitch ed altre disgrazie che hanno toccato negli ultimi anni il Centroamerica erano riuscite a penetrare così a fondo l’animo delle persone del primo mondo. Forse perchè New Orleans è mentalmente più vicina che Puerto Cabezas o La Ceiba. La Louisiana è parte del primo mondo, il Centroamerica entra invece nel novero dei poveracci che, in quanto poveri, alle disgrazie devono esserci abituati. Quindi è “normale” che agli indigeni dell’Atlantico nicaraguense o dell’Honduras cadano addosso uragani, maremoti, alluvioni e conseguenti carestie ed epidemie.
Oggi, come ieri, la storia si ripete. Lo Stato di Tabasco, nel sud del Messico, sta vivendo una delle peggiori tragedie della sua storia, ma pochi se ne sono accorti. La sua capitale, Villahermosa, che conta con l’hinterland mezzo milione di abitanti, è completamente allagata. Ci sono saccheggi, scomparsi, il rischio di infezioni, migliaia di persone lasciate alla propria sorte. Ma Villahermosa non è New Orleans, non ci sono nè jazz nè Mardi Gras, è solo un altro punto dell’America Latina.
Su flickr, il fotografo 8zil, ha pubblicato un esauriente fotoreportage sulla situazione che si vive nella capitale di Tabasco (la foto che pubblico è sua):
http://www.flickr.com/photos/8zil/

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