Guatemala: la morte sulle elezioni
Si avvicinano le elezioni guatemalteche del 9 settembre. Cinque sono i candidati più accreditati, ma numeri alla mano, i sondaggi stanno dando Álvaro Colom e Otto Pérez come i possibili sfidanti per la presidenza. La formula di Rigoberta Menchú –che dispone di un grande prestigio internazionale, ma di poca fiducia in casa- non ha incantato i guatemaltechi: anche nell’atto finale della sua campagna è riuscita a riunire solo poche migliaia di simpatizzanti, termometro che la Menchú rimane lontana dal ballottaggio.
A due settimane dal voto, il Guatemala ha dimostrato ancora una volta la terribile immaturità della sua vita democratica, acquistata con tanta difficoltà al finire il 1996. Undici anni dopo la firma dei trattati di pace, il Paese non esce dal tunnel. Le istituzioni democratiche vengono messe a dura prova giorno dopo giorno da narcotraffico, violenza tra bande, gruppi di potere che mantengono il Guatemala sommerso nella miseria e nell’ignoranza. Le violazioni ai diritti umani sono costanti ed il processo elettorale non è stata l’eccezione: fino ad oggi si sono contati una quarantina di morti, la maggior parte dell’Une (Unidad Nacional de Esperanza), il partito di Colom.
Solo nell’ultima settimana ad essere colpiti sono stati i figli di due influenti rappresentanti del partito, Héctor Montenegro e Amilcar Méndez, uccisi in agguati dallo stampo mafioso. Non c’è dubbio che la proposta socialdemocratica di Colom spaventa la destra, abituata da queste parti a fare ciò che gli pare. A mancanza delle garanzie istituzionali, valgono sempre gli antichi metodi: violenza, uccisioni, repressione.
Il sito della Une: http://www.une.org.gt/
Il tribunale elettorale: http://www.tse.org.gt/
A due settimane dal voto, il Guatemala ha dimostrato ancora una volta la terribile immaturità della sua vita democratica, acquistata con tanta difficoltà al finire il 1996. Undici anni dopo la firma dei trattati di pace, il Paese non esce dal tunnel. Le istituzioni democratiche vengono messe a dura prova giorno dopo giorno da narcotraffico, violenza tra bande, gruppi di potere che mantengono il Guatemala sommerso nella miseria e nell’ignoranza. Le violazioni ai diritti umani sono costanti ed il processo elettorale non è stata l’eccezione: fino ad oggi si sono contati una quarantina di morti, la maggior parte dell’Une (Unidad Nacional de Esperanza), il partito di Colom.
Solo nell’ultima settimana ad essere colpiti sono stati i figli di due influenti rappresentanti del partito, Héctor Montenegro e Amilcar Méndez, uccisi in agguati dallo stampo mafioso. Non c’è dubbio che la proposta socialdemocratica di Colom spaventa la destra, abituata da queste parti a fare ciò che gli pare. A mancanza delle garanzie istituzionali, valgono sempre gli antichi metodi: violenza, uccisioni, repressione.
Il sito della Une: http://www.une.org.gt/
Il tribunale elettorale: http://www.tse.org.gt/
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