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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Tuesday, August 21, 2007

Elvira torna in Messico

Elvira Arellano, simbolo della lotta per i diritti umani degli emigrati –legali e non- negli Stati Uniti, è stata infine arrestata e rispedita in Messico. Da un anno Elvira viveva all’interno di una chiesa di Chicago per evitare la deportazione voluta dalla legge statunitense, sebbene avesse lavorato per nove anni in un’impresa di pulizie per aerei e abbia messo al mondo un figlio statunitense, Saúl.
Per il suo arresto le autorità hanno messo in campo un’operazione senza precedenti, con decine di agenti impegnati e l’appoggio di elicotteri. La donna, infatti, è stata fermata quando cercava rifugio in un’altra chiesa di Los Angeles, dove intendeva continuare la sua protesta. Lo spiegamento di forze è stato giudicato ridicolo da quasi tutti i media, così come il comunicato emesso dal Servizio di migrazione (ICE) che ha riportato, durante la conferenza stampa, della “cattura di una straniera in fuga, una delinquente che per un anno ha evaso le leggi federali”.
Elvira Arellano viene tacciata di criminale per aver usato un’identità falsa per poter lavorare pulendo i bagni e gli aerei dell’aeroporto O’Hare di Chicago. La Arellano aveva lasciato la chiesa di Chicago per presentarsi il 12 settembre a Washington e partecipare ad una veglia di preghiera a favore di tutti i lavoratori illegali negli Stati Uniti. Da lì, avrebbe cercato di parlare a diverse platee in differenti città degli Usa, passando da New York al Texas e alla California. Da qui il timore delle autorità che il tour della Arellano, diventata nel frattempo attivista di Familia Latina Unida, potesse trasformarsi in un fenomeno mediatico in grado di ridicolizzare la riforma migratoria su cui il governo Bush sta spendendo tantissime risorse.
Elvira non rinuncerà alla sua lotta. Da Tijuana, dove è stata consegnata alle autorità messicane, ha detto che il suo appoggio per i diritti civili degli emigrati avrà sempre un testimone d’eccezione. Si tratta di suo figlio Saúl, di nove anni, statunitense a tutti gli effetti che parteciperà a tutti gli eventi contro la riforma migratoria di Bush.
Qui, il messaggio di Elvira:
http://www.somosunpueblo.com/UNIR%20Y%20ENFOCAR.html

La foto di Elvira è di Muskito. Dello stesso fotografo, galleria delle manifestazioni a Los Angeles: http://www.flickr.com/photos/muskito/

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