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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, February 25, 2007

Il Cafta: un pessimo affare

Lunedì si terrà qui a San José una manifestazione di protesta, l’ennesima, per dire no al Cafta. La Costa Rica è l’unico paese che non ha ancora ratificato il trattato e l’opposizione continua ad aumentare di giorno in giorno. Árias non si stanca di dire che l’accordo verrà infine firmato, ma ogni giorno che passa, meno la gente è convinta. La sensazione è ormai quella che il Cafta serva solamente per arricchire il gruppo dei pochi che comandano e che le conseguenze per l’economia locale saranno disastrose.
A nulla serve il lavaggio del cervello che tutti i giorni, attraverso la radio, i giornali e la televisione, viene finanziato da politici e uomini di affari con pubblicità e jingle. Ieri i giornali pubblicavano addirittura una pagina completa in cui si diceva che la venezuelana Alunasa veniva trasferita in Nicaragua perchè questo paese aveva già firmato il Cafta. Chávez amico dei gringos, insomma. Come forzatura non c’è male.
Il Cafta non piace ai ticos perchè è stato pensato in termini di dipendenza. Non è infatti un accordo che si basa sull’uguaglianza, ma sulle necessità di un gigante, gli Stati Uniti, per appropriarsi delle risorse di piccoli stati e fare valere le proprie leggi.Un esempio. Proprio ieri due sindacati della Costa Rica hanno denunciato la Phrma, la potentissima corporazione dei fabbricanti farmaceutici degli Usa. Secondo la Undeca e la Anep, i due sindacati, la Phrma sta chiedendo al governo di Washington che vengano adottate sanzioni commerciali per la Costa Rica per non voler accettare la legislazione del Cafta.
E qui sta proprio l’inghippo, perchè la legislazione del Cafta, risponde alle leggi di proprietà intellettuale in vigore negli Stati Uniti e non negli altri paesi centroamericani. Per le imprese farmaceutiche, sebbene la Costa Rica sia un mercato infimo, in termini monetari la non applicazione del Cafta implica una perdita annuale di 112 milioni di dollari. Chi pagherebbe questi soldi? I ticos, naturalmente, che per comprare le medicine dovranno pagare più caro.
Árias insiste, ma intanto domani il Paese scende in piazza. Un link:
http://www.stopcafta.org/

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2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

il Costa RIca non può vivere se non esporta agli States. è tuttora vigente un trattato di libero commercio che presto terminerà. Se non firma il TLC, il paese perderà posti di lavoro, investimenti e dinamica economica. Inoltre, se lo firma, finalmente si privatizzeranno le telecoms e avremo un servizio telefonico decente. Ripassare le statistiche di import export e impiego del paese please,prima di scendere in piazza!

6:46 PM  
Anonymous Anonymous said...

good start

12:25 PM  

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