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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, February 18, 2007

Storia di una fabbrica di alluminio

Si chiama Alunasa, occupa 400 lavoratori e si trova ad Esparza un piccolo paese della Costa Rica, situato tra San José e Puntarenas. L’economia della zona regge proprio grazie alla presenza di questa fabbrica di alluminio che dal 1990 appartiene allo stato venezuelano. A differenza di tante altre aziende statali, non è mai stata venduta, forse perchè passata inosservata di fronte a tante di ben più rinomato calibro. Con un sindacato organizzato e previdente, l’Alunasa è riuscita ad offrire, grazie ad un accordo con la Universidad Estatal a Distancia, corsi di scuola superiore per i propri lavoratori, necessari per lo sviluppo non solo dell’azienda ma del tessuto sociale della zona di Esparza. Da operai a tecnici, molti dei suoi lavoratori sono riusciti con gli anni ad aprire le proprie officine e lavorare per l’indotto.
Da oggi l’Alunasa (
http://www.alunasa.com) è l’oggetto della discordia tra Venezuela e Costa Rica, con un terzo protagonista, il Nicaragua. La storia è presto detta. Poco più di un mese fa Chávez aveva promesso ai nicaraguensi, oltre ad un oleodotto e ad una raffineria, anche una fabbrica di alluminio. Fin qui niente di allarmante, già che il Venezuela è uno dei maggiori produttori al mondo di questo metallo.
Il pasticciaccio lo combina Óscar Árias, presidente della Costa Rica, sempre alla ricerca di un palcoscenico internazionale da cui profondere pillole di saggezza. Árias, convinto di non aver abbastanza problemi in patria, mette spesso il naso negli affari altrui. L’essere stato insignito del premio Nobel per la pace lo ha convinto di poter esprimere lezioni di democrazia spesso senza valutare gli effetti che le sue parole possono provocare.
Qualche giorno fa Árias ha avuto l’idea di criticare il Venezuela per le leggi che permetteranno a Chávez di governare per decreto. Un’ingerenza che non è stata digerita da Caracas, la cui risposta non si è fatta aspettare: Chávez, con la celerità che lo contraddistingue, ha immediatamente iniziato le pratiche per la chiusura di Alunasa in Costa Rica.
Tutti i programmi sociali, la sicurezza di un lavoro, il progresso di una regione altrimenti sterile verranno cancellati: complimenti, don Óscar, 400 disoccupati per la sua lingua lunga. Ma è lecita una domanda: è venuto prima l’uovo o la gallina? La fabbrica di alluminio promessa da Chávez ad Ortega, non sarà stata poi proprio l’Alunasa?

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