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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, December 24, 2006

La Bolivia apre alla foglia di coca

Evo Morales vuole aumentare fino a ventimila gli ettari di terreno destinati alla coltivazione della foglia di coca. La proposta ha creato la solita protesta da parte degli Stati Uniti che, attraverso il loro ambasciatore Philip Goldberg, prima hanno tagliato il 25% degli aiuti per la lotta al narcotraffico (che equivale a otto milioni di dollari) e quindi hanno chiesto uno studio sul destino che si vuole dare alla futura produzione.
Attualmente la Bolivia ha 12.000 ettari coltivati e il sostanziale aumento risponde alle richieste dei coltivatori del Chapare, trentamila persone con le rispettive famiglie che aspettavano da tempo l’apertura del mercato. Una sorta di liberalizzazione della coltivazione che, sebbene risponda agli insegnamenti del mercato liberista, non piace a Washington. Secondo gli Usa la Bolivia, per il suo mercato interno –per fini medicinali e tradizionali- non ha bisogno di più di settemila ettari, per cui l’eccedente andrebbe ad alimentare il mercato della produzione di cocaina.
Morales risponde difendendo il suo piano: rispetto per il consumo tradizionale della foglia di coca e trasformazione delle coltivazioni clandestine in piantagioni sotto il controllo governativo. In questa maniera per il 2010 la Bolivia avrà ridotto la sua partecipazione alla produzione di coca con fini illegali dall’8,4% attuale all’1%. Per ottenerlo, il gabinetto di Morales ha inaugurato da tempo un progetto che chiama in causa le comunità locali e che chiede la partecipazione diretta dei contadini. Morales ha anche trovato un insperato alleato: il vicino Alan García ha infatti lodato la politica attuata dal governo boliviano, ritenendola la unica che, aprendo il mercato, rende inutili le piantagioni illegali.
Gli Usa, naturalmente non ci credono e manderanno a La Paz la prossima settimana una delegazione che valorerà le intenzioni del governo boliviano.
Fotoreportage sul Chapare ed i coltivatori di coca:
http://www.prensadefrente.org/pdfb2/index.php/fot/2006/05/07/p1457

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4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Interessante questo articolo. Volevo sapere cosa ne pensavi di quello che racconta Stiglitz: lui sostiene che la Bolivia negli anni 90 si era impegnata con Washington a combattere o a debellare le piantagioni di coca in cambio di esportare i propri prodotti più forti nel territorio degli States. Tuttavia l'america ha riposto con i cartelli con la conseguente rinascita delle coltivazioni di coca. Dove la verità. Sto prendendo spunto per una tesi ecco perchè ti pongo questa domanda.

4:07 PM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

2:18 PM  
Anonymous Anonymous said...

imparato molto

2:22 PM  
Blogger John said...

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