La peste di La Oroya
Qualche giorno fa il Blacksmith Institute, con sede a New York, ha pubblicato la classifica dei posti più inquinati del mondo. Due le presenze latinoamericane in questa triste classifica, Haina nella Repubblica Dominicana e La Oroya, in Perù. Mentre ad Haina ad appestare le persone ci ha pensato una fabbrica chimica –che se ne è andata nel 1997 ad avvelenare un altro sobborgo-, a La Oroya l’inquinamento è una tradizione. Dal 1922 il luogo è una miniera a cielo aperto, da dove si estraggono vari minerali. La proprietaria della pianta metallurgica da dieci anni è la Doe Run. I bambini di La Oroya possono ringraziare la fabbrica: il 99,1% soffre di intossicazione da piombo ed il 20% necessita l’immediato ricovero in ospedale. L’inalazione costante di piombo causa gravi danni neurologici, per cui molti di questi bambini soffriranno in futuro danni permanenti.
La Aida ha pubblicato un libro sulla situazione degli abitanti di La Oroya, che si può scaricare qui: http://www.aida-americas.org/aida.php?page=la_oroya_cannot_wait
in inglese o spagnolo.
Naturalmente la Doe Run dice di aver avviato un piano di trattamento dei residui, ciò nonostante nel 2004 questo non era ancora stato compiuto. A salvarla ci ha pensato l’ex presidente Toledo, con un decreto proroga di cinque anni. Nel sito della Doe Run, al terzo rigo della presentazione si parla di “sustainable development”: magari bisognerebbe chiederlo a un bimbo di La Oroya cosa ne pensa dello sviluppo sostenibile della sua malattia. La Doe Run, che appartiene al gruppo Renco del multimiliardario Ira Leon Rennert (è lui che fabbrica gli Humvee dei marines in Iraq) ha un sito molto “light”: http://www.doerun.com/ dove più di quello che produce l’azienda si parla di ambiente molto a sproposito.
Qui, invece, un articolo di Marina Walker Guevara sui bambini di La Oroya, dal titolo significativo: “Los niños del plomo”, i bambini del piombo: http://www.ciberdocencia.gob.pe/index.php?id=683&a=articulo_completo
La classifica del Blacksmith Institute: http://www.blacksmithinstitute.org/ten.php
La Aida ha pubblicato un libro sulla situazione degli abitanti di La Oroya, che si può scaricare qui: http://www.aida-americas.org/aida.php?page=la_oroya_cannot_wait
in inglese o spagnolo.
Naturalmente la Doe Run dice di aver avviato un piano di trattamento dei residui, ciò nonostante nel 2004 questo non era ancora stato compiuto. A salvarla ci ha pensato l’ex presidente Toledo, con un decreto proroga di cinque anni. Nel sito della Doe Run, al terzo rigo della presentazione si parla di “sustainable development”: magari bisognerebbe chiederlo a un bimbo di La Oroya cosa ne pensa dello sviluppo sostenibile della sua malattia. La Doe Run, che appartiene al gruppo Renco del multimiliardario Ira Leon Rennert (è lui che fabbrica gli Humvee dei marines in Iraq) ha un sito molto “light”: http://www.doerun.com/ dove più di quello che produce l’azienda si parla di ambiente molto a sproposito.
Qui, invece, un articolo di Marina Walker Guevara sui bambini di La Oroya, dal titolo significativo: “Los niños del plomo”, i bambini del piombo: http://www.ciberdocencia.gob.pe/index.php?id=683&a=articulo_completo
La classifica del Blacksmith Institute: http://www.blacksmithinstitute.org/ten.php
Labels: Peru
2 Comments:
Ciao Maurizio, torno - dopo un mese di "assenza" - alla piacevole abitudine di leggerti ogni giorno...
Saluti, Doppiafila
Ben ritornato, ho letto sul tuo blog alcune delle tue peripezie nel nostro "Belpaese". Che bello tornare a casa, no... (in America Latina, intendo).
M.
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