Oaxaca senza pace
Chi sono gli Zetas? Il nome non dice nulla al lettore italiano, ma in Messico è così che è conosciuta una delle più crudeli bande di sicari legati al narcotraffico. Gli Zeta sono ex militari, reclutati dai cartelli –in particolare quello del Golfo- e dai politici per eliminare gli avversari più irriducibili. Secondo fonti di polizia, sono loro ad aver scatenato la recente guerra tra bande a Cancún e nello Yucatán, così come l’ondata di sequestri di cittadini statunitensi alla frontiera di Nueva Laredo.
Ora, la loro firma è apparsa anche ad Oaxaca, la città dove si è entrati al quinto mese di conflitto tra maestri e governo locale. Uno dei membri del Consejo Central de Lucha, il sindacato che raccoglie gli insegnanti in sciopero, Jaime René Calvo, è stato assassinato secondo le modalità usate dagli Zetas. La denuncia è dell’APPO, il partito di López Obrador che tira in ballo di nuovo il governatore Ulíses Ruíz ed i suoi metodi repressivi. Da tempo –e la circostanza è stata confermata da una testimone italiana in visita alla città- Oaxaca è pattugliata durante la notte, quando la popolazione è minacciata da squadroni di incappucciati che osteggiano la protesta. Il piano di destabilizzazione avrebbe anche un nome, quello di “Plan Hierro” e avrebbe come fine quello di debilitare il movimento dei maestri.
Da giugno ci sono stati almeno una decina di morti ed il governatore non ha intenzione di cedere alle pressioni sociali. Oaxaca, città dalla forte presenza indigena, ha perso ormai le sue caratteristiche di comunità turistica ed accogliente. Si vive alla giornata e le attività degli uffici del governo locale o federale vengono interrotte dagli improvvisati picchetti degli insegnanti. La parola d’ordine dei manifestanti è una sola, ossia le dimissioni del governatore Ruíz. La risposta non si è fatta attendere: la criminalità si prenderà cura di chi protesta. Normale, nel Messico che lascia in eredità Vicente Fox. Sulle vicende di Oaxaca si può seguire Radio La Voladora: http://lavoladora.net/
Ora, la loro firma è apparsa anche ad Oaxaca, la città dove si è entrati al quinto mese di conflitto tra maestri e governo locale. Uno dei membri del Consejo Central de Lucha, il sindacato che raccoglie gli insegnanti in sciopero, Jaime René Calvo, è stato assassinato secondo le modalità usate dagli Zetas. La denuncia è dell’APPO, il partito di López Obrador che tira in ballo di nuovo il governatore Ulíses Ruíz ed i suoi metodi repressivi. Da tempo –e la circostanza è stata confermata da una testimone italiana in visita alla città- Oaxaca è pattugliata durante la notte, quando la popolazione è minacciata da squadroni di incappucciati che osteggiano la protesta. Il piano di destabilizzazione avrebbe anche un nome, quello di “Plan Hierro” e avrebbe come fine quello di debilitare il movimento dei maestri.
Da giugno ci sono stati almeno una decina di morti ed il governatore non ha intenzione di cedere alle pressioni sociali. Oaxaca, città dalla forte presenza indigena, ha perso ormai le sue caratteristiche di comunità turistica ed accogliente. Si vive alla giornata e le attività degli uffici del governo locale o federale vengono interrotte dagli improvvisati picchetti degli insegnanti. La parola d’ordine dei manifestanti è una sola, ossia le dimissioni del governatore Ruíz. La risposta non si è fatta attendere: la criminalità si prenderà cura di chi protesta. Normale, nel Messico che lascia in eredità Vicente Fox. Sulle vicende di Oaxaca si può seguire Radio La Voladora: http://lavoladora.net/
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