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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, August 07, 2006

Morales e Uribe: due maniere di scrivere la Storia

Si è insediata ieri, a Sucre, l’Assemblea costituente boliviana; oggi Uribe compirà il giuramento per il suo secondo mandato presidenziale in Colombia. Due notizie che contrastano per le differenze abissali che ne contraddistinguono i contesti. Da una parte c’è la Bolivia che vuole cancellare un passato ingombrante, spesso ignominioso, e scrivere pagine nuove della sua storia; dall’altra una Colombia che, invece, non solo non cambia registro, ma si mantiene ben afferrata a una stagnante logica di potere. I segnali sono chiaramente visibili.
Mentre a Sucre trentamila indigeni sono scesi ad accompagnare i lavori della Costituente e a chiedere un riconoscimento che manca dalla Conquista spagnola, a Bogotà lo stesso numero di persone –militari, ovviamente- è impegnato a velare per la sicurezza in una città barricata.
I colori cambiano secondo le latitudini e le imprese dei popoli. In Colombia impazza il verde militare, le tenute oscure di un’umanità tenuta in ostaggio; in Bolivia, i colori sono sgargianti, invitano alla festa e ai raduni. La bandiera inca, poi, ha gli stessi toni della bandiera della pace: quale migliore premonizione?
Evo Morales, almeno, ha già raggiunto uno scopo importante che è stato quello di ridare fiducia alla maggioranza dei boliviani. Ha speso tempo e risorse per preparare riforme e cambi ed ora si appresta a inaugurare una nuova Costituzione. In Colombia, niente di tutto questo e si sente. La Colombia sopravvive grazie ad una linfa speciale, che è la bellezza della sua gente, ma questo con chi legifera ha poco a che vedere. Uribe dice però di essere raggiante. Primo presidente colombiano ad essere rieletto, ricorda ai suoi detrattori come, con lui, siano diminuiti i sequestri e la disoccupazione. Riesce anche a fare passare per plebiscito il risultato delle recenti elezioni, dove l’astensionismo l’ha fatta da padrone. Non importa. L’importante è crederci ed Uribe lo fa bene. Bisognerebbe però chiedersi il perchè della scarsa affluenza di Capi di Stato alla cerimonia di oggi. La risposta è facile: Uribe è isolato. Uomo a cui non si addicono i colori sgargianti, deve barricarsi per ricevere i colleghi latinoamericani. Morales, sotto il cielo terso dei tremila metri di Sucre, ha giocato a pallone. C’è maniera e maniera di scrivere la storia.
Per seguire la cerimonia di re-insediamento di Uribe, come sempre l’invito è di leggere Bogotalia:
http://bogotalia.blogspot.com

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