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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Thursday, August 03, 2006

La riabilitazione di un uomo solo

Enrique Angelelli era un uomo solo. Vescovo de la Rioja –stiamo parlando dell’Argentina delle Giunte militari- vide farsi il vuoto attorno a sè, con l’omicidio durante la dittatura dei suoi più stretti collaboratori, i sacerdoti Carlos Murias e Gabriel Longueville ed il laico Wenceslao Pedernera.
Il prossimo sarò io” ripeteva ai suoi fedeli. Detto e fatto. Il 4 agosto 1976 perse la vita in un incidente che per anni venne considerato accidentale. Niente di tutto questo, naturalmente. La morte di Angelelli fu un altro dei crimini della dittatura, perpetrato nel silenzio più completo, già che nemmeno la Chiesa seppe difendere prima e poi chiarire almeno le cause della morte del suo prelato.
Angelelli aveva più volte confessato ai suoi collaboratori che l’Episcopato non lo ascoltava. Uomo vicino ai valori sociali, soffriva nel vedere le torture della dittatura, al punto da divenire scomodo ai generali e ai suoi stessi compagni. All’interno delle alte gerarchie della Chiesa cattolica erano in tanti, allora, ad appoggiare l’operato delle forze armate e le proteste di Angelelli erano diventate un problema per molti. Chiamato a Roma, fu redarguito dallo stesso Paolo VI, che gli consigliò di attenersi alle istruzioni che avrebbe ricevuto espressamente dai suoi superiori. Quando Angelelli morì, il cardinale di Córdoba, Raúl Primatesta, insistette a lungo con le autorità e con i media perchè non si cercassero altri motivi del decesso.
L’incidente di Angelelli fu invece provocato. Oggi si conoscono anche i nomi degli autori materiali del crimine (un capitano e due sergenti) che conducevano l’auto bianca che provocò che la Fiat del vescovo uscisse di strada. Sbalzato dall’auto, ma ancora vivo, Angelelli venne finito con un colpo di un oggetto contundente che gli fracassò il cranio.
Ne parliamo perchè oggi la Chiesa cattolica argentina ha finalmente il coraggio di ammettere quello che la società civile ha già riconosciuto da anni, ossia che Angelelli fu ucciso. L’episcopato argentino ha sempre taciuto, preferendo l’omertà alla difesa di un suo vescovo per non rivelare il convinto appoggio con cui aveva sempre sostenuto la dittatura ed il terrore. Ad averne avuto il coraggio è l’arcivescovo Carmelo Giacquinta: venerdì il cardinale Bergoglio –ambiguo nei suoi rapporti con la dittatura- riabiliterà Angelelli durante la sua visita a La Rioja per commemorare i 30 anni dalla sua scomparsa.
Horacio Verbitsky ha scritto molto sulla partecipazione degli alti prelati argentini alla dittatura. Un articolo sul cardinale Bergoglio, campione dei gesuiti:
http://www.iade.org.ar/iade/Recomendados/NP/Art/papalidades.html
Una pagina dedicata all’opera di monsignor Angelelli:
http://usuarios.lycos.es/angelelli/
Letteratura web su Angelelli: http://www.elortiba.org/angelelli.html

1 Comments:

Blogger doppiafila said...

Che tristezza...

6:58 AM  

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