La France? C'est ridicule...
Copenhagen, 1984. Me ne stavo con i miei amici Alberto, Romano e Toni (oggi medico della Juve) nella hall di un ostello, quando si avvicina un tipo, fazzoletto blubiancorosso al collo e ci chiede la nostra provenienza. “Italia”, rispondiamo in coro aspettando chissà cosa, meno il commento del gallo che, imperturbato affonda il coltello: “Ah, l’Italie... l’Italie c’est ridicule”. Poi, com’è arrivato, scompare lasciandoci a bocca aperta, incapaci di tentare una replica.
I francesi sono passati nella mia vita sempre così. Supponenti, indisponenti, sempre pronti a criticare gli altri, tronfi. Mi sono sempre chiesto perchè ed ancora oggi non riesco a trovare una risposta. Sono così, e basta.
Oggi i meriti di un popolo passano obbligatoriamente per lo sport e lo sport d’eccezione è il calcio. Io ricordo ancora l’ultima vittoria contro i francesi, quella del 1978 di Mar del Plata, con Lacombe che dopo pochi secondi ci fa gol e poi a riprenderci il dovuto con Rossi e Zaccarelli. Da allora la Francia calcistica è cambiata tantissimo, sarà perchè i francesi da bianchi sono diventati neri, prima potenza del calcio africano e coloniale e che, proprio per questo, continua ad essere antipatica.
Ci voleva questa sorte ai rigori, quindi. Magari non hanno vinto quelli che hanno giocato meglio nella finale, ma questo non importa. Abbiamo vinto noi e questa è la cosa più importante, perchè in un mondo che valuta il valore di un popolo per le pedate che dà ad un pallone, ci siamo almeno conquistati per quattro anni un po’ di rispetto.
Questo aiuta, non crediate, soprattutto a noi che siamo all’estero. Paolo Rossi nel 1982 valse più di qualsiasi scoperta dei nostri scienziati; Roberto Baggio è stato il nostro miglior ambasciatore negli anni Novanta. A mancanza di talento calcistico, Berlusconi ci aveva fatto precipitare in un abisso di ridicolo. Buffon e Cannavaro, ora, ci hanno ritirato su.
E in quanto al tipo supponente di Copenhagen non ho dubbi: era Domenech.
I francesi sono passati nella mia vita sempre così. Supponenti, indisponenti, sempre pronti a criticare gli altri, tronfi. Mi sono sempre chiesto perchè ed ancora oggi non riesco a trovare una risposta. Sono così, e basta.
Oggi i meriti di un popolo passano obbligatoriamente per lo sport e lo sport d’eccezione è il calcio. Io ricordo ancora l’ultima vittoria contro i francesi, quella del 1978 di Mar del Plata, con Lacombe che dopo pochi secondi ci fa gol e poi a riprenderci il dovuto con Rossi e Zaccarelli. Da allora la Francia calcistica è cambiata tantissimo, sarà perchè i francesi da bianchi sono diventati neri, prima potenza del calcio africano e coloniale e che, proprio per questo, continua ad essere antipatica.
Ci voleva questa sorte ai rigori, quindi. Magari non hanno vinto quelli che hanno giocato meglio nella finale, ma questo non importa. Abbiamo vinto noi e questa è la cosa più importante, perchè in un mondo che valuta il valore di un popolo per le pedate che dà ad un pallone, ci siamo almeno conquistati per quattro anni un po’ di rispetto.
Questo aiuta, non crediate, soprattutto a noi che siamo all’estero. Paolo Rossi nel 1982 valse più di qualsiasi scoperta dei nostri scienziati; Roberto Baggio è stato il nostro miglior ambasciatore negli anni Novanta. A mancanza di talento calcistico, Berlusconi ci aveva fatto precipitare in un abisso di ridicolo. Buffon e Cannavaro, ora, ci hanno ritirato su.
E in quanto al tipo supponente di Copenhagen non ho dubbi: era Domenech.
1 Comments:
:-)
Saluti, campione!
Post a Comment
<< Home