Morales tra consenso e secessionismo
Evo Morales va avanti per la sua strada. Le votazioni per l’Assemblea Costituente tenutesi domenica hanno infatti dimostrato che la proposta di Morales tiene. Ora toccherà definire il grado di autonomia di cui potranno disporre le nove province boliviane. A Morales, però, il voto di domenica importava più che altro per dimostrare il grado di consenso ottenuto dopo le prime radicali decisioni a livello governativo. I boliviani hanno praticamente avallato le sue decisioni (con un 52,5%) ed ora Morales continua tranquillo per la sua strada. Già ieri, in un discorso alla nazione, il presidente ha ribadito quella che sarà la sua linea: “Questo risultato ci permette di lavorare per trasformare la Bolivia da uno Stato coloniale ad uno Stato sociale” ha detto, rimarcando il carattere comunitario e pluralista di questo Stato.
Belle parole, senza dubbio, che però suonano come campanello d’allarme per chi ha votato a favore dell’autonomia. In pratica il Sì all’autonomia è un no a proseguire con questa Bolivia, prima fra tutte la ricca provincia di Santa Cruz che dall’autonomia potrebbe poi passare a chiedere l’ambita secessione. Il rischio balcanizzazione esiste ancora ed è ben vivo. A Morales, ora, il compito di arginare le pretese della Bolivia oligarchica.
Belle parole, senza dubbio, che però suonano come campanello d’allarme per chi ha votato a favore dell’autonomia. In pratica il Sì all’autonomia è un no a proseguire con questa Bolivia, prima fra tutte la ricca provincia di Santa Cruz che dall’autonomia potrebbe poi passare a chiedere l’ambita secessione. Il rischio balcanizzazione esiste ancora ed è ben vivo. A Morales, ora, il compito di arginare le pretese della Bolivia oligarchica.
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