I prigionieri di Guantánamo
I prigionieri di Guantánamo stanno parlando e le loro esperienze fanno accaponare la pelle. Una cosa è certa: il mondo occidentale, al quale ci vantiamo di appartenere, ha toccato il fondo con questa galera tropicale. Qui, un’intervista a un ex galeotto, Moazam Begg: http://www.continente.nu/castellano/artiklar/artikelPost.cfm?show=1664&sammaKategori
Guantánamo si trova a Cuba, di fronte allo stretto che guarda ad Haiti, come enclave ottenuto con la forza nel 1898 in seguito alla guerra contro la Spagna, dagli Stati Uniti. Da allora –sono passati 108 anni- gli Usa occupano questo lembo di terra cubana in forma illegale e in barba alle risoluzioni dell’Onu contro le politiche coloniali. Naturalmente, Guantánamo (che ha dato anche il nome alla famosa canzone “Guantanamera”) è preziosa per gli Stati Uniti. Da anni è usata non solo come base militare, ma come carcere per tutti quei cubani, haitiani o dominicani che hanno cercato di raggiungere senza fortuna le coste della Florida.
Dal 2004 le cose sono cambiate con l’arrivo dei membri di Al Qaeda e degli altri gruppi terroristi (“combattenti nemici illegali” è il termine usato). La scelta è caduta su Guantánamo perchè la base racchiudeva argomenti giuridici che avrebbero salvato l’immagine internazionale degli Usa. La sovranità sul territorio è infatti ufficialmente di Cuba, per cui i detenuti, trovandosi legalmente fuori dagli Stati Uniti non avrebbero avuto alcun diritto a cui appellarsi per la loro detenzione. La Corte Suprema ha poi rifiutato questa argomentazione, stabilendo che i prigionieri di Guantánamo hanno diritto a regolare processo. La decisione di Bush di rilasciare i detenuti, quindi, non si deve ad un atto di buona volontà come si è voluto far credere nelle ultime settimane, ma al timore di vedere coinvolta la propria amministrazione in costosissimi processi dal finale tutto da verificare.
Tra torture e suicidi, Guantánamo è diventato l’ennesimo motivo di vergogna ed imbarazzo per gli Usa. Qui, il rapporto di Amnesty International:
http://web.amnesty.org/pages/guantanamobay-index-esl
Guantánamo si trova a Cuba, di fronte allo stretto che guarda ad Haiti, come enclave ottenuto con la forza nel 1898 in seguito alla guerra contro la Spagna, dagli Stati Uniti. Da allora –sono passati 108 anni- gli Usa occupano questo lembo di terra cubana in forma illegale e in barba alle risoluzioni dell’Onu contro le politiche coloniali. Naturalmente, Guantánamo (che ha dato anche il nome alla famosa canzone “Guantanamera”) è preziosa per gli Stati Uniti. Da anni è usata non solo come base militare, ma come carcere per tutti quei cubani, haitiani o dominicani che hanno cercato di raggiungere senza fortuna le coste della Florida.
Dal 2004 le cose sono cambiate con l’arrivo dei membri di Al Qaeda e degli altri gruppi terroristi (“combattenti nemici illegali” è il termine usato). La scelta è caduta su Guantánamo perchè la base racchiudeva argomenti giuridici che avrebbero salvato l’immagine internazionale degli Usa. La sovranità sul territorio è infatti ufficialmente di Cuba, per cui i detenuti, trovandosi legalmente fuori dagli Stati Uniti non avrebbero avuto alcun diritto a cui appellarsi per la loro detenzione. La Corte Suprema ha poi rifiutato questa argomentazione, stabilendo che i prigionieri di Guantánamo hanno diritto a regolare processo. La decisione di Bush di rilasciare i detenuti, quindi, non si deve ad un atto di buona volontà come si è voluto far credere nelle ultime settimane, ma al timore di vedere coinvolta la propria amministrazione in costosissimi processi dal finale tutto da verificare.
Tra torture e suicidi, Guantánamo è diventato l’ennesimo motivo di vergogna ed imbarazzo per gli Usa. Qui, il rapporto di Amnesty International:
http://web.amnesty.org/pages/guantanamobay-index-esl
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