Da Aracataca a Macondo
Aracataca è andata al referendum. I concittadini di Gabriel García Márquez, circa ventimila, sono stati chiamati dal sindaco a decidere se cambiare il nome alla cittadina e dare vita a Macondo, la capitale del realismo magico.
“Nella sua gioventù, lui e i suoi uomini, con donne e bambini e animali e ogni sorta di utensili domestici, avevano attraversato la sierra in cerca di uno sbocco sul mare, e dopo ventisei mesi avevano abbandonato l’impresa e fondato Macondo per non dover intraprendere il cammino di ritorno”.
Lui, naturalmente è Aureliano Buendía, uno dei patriarchi più famosi della letteratura mondiale. Aracataca è stata fondata nel 1885 e fino ad oggi, a parte dare i natali a Gabo, si è trascinata placida come i pomeriggi che qui si vivono, caldi e immutabili.
Aracataca è povera, non offre alcun interesse, a parte il museo dedicato a García Márquez. Il sindaco, che si chiama Pedro Sánchez è il perfetto esempio di sindaco globalizzato, che pensa come fare il bene della propria comunità al passo dei tempi. Quale migliore idea quindi che quella di sfruttare l’unico patrimonio locale? La ricerca di Macondo, che poi in fondo è il villaggio interiore, il richiamo della frontiera che portiamo dentro di noi, sarebbe quindi terminata grazie a questa iniziativa. Chissà, poi, che non si inventino anche la casa di Aureliano Buendía seguendo il classico stile gringo. D’altronde, se esiste Disneyland perchè non dare un’opportunità anche a Macondo?
Un link ottimo su García Márquez ed il suo mondo (nella foto la casa dell'infanzia di Gabo):
http://www.themodernword.com/gabo/
“Nella sua gioventù, lui e i suoi uomini, con donne e bambini e animali e ogni sorta di utensili domestici, avevano attraversato la sierra in cerca di uno sbocco sul mare, e dopo ventisei mesi avevano abbandonato l’impresa e fondato Macondo per non dover intraprendere il cammino di ritorno”.
Lui, naturalmente è Aureliano Buendía, uno dei patriarchi più famosi della letteratura mondiale. Aracataca è stata fondata nel 1885 e fino ad oggi, a parte dare i natali a Gabo, si è trascinata placida come i pomeriggi che qui si vivono, caldi e immutabili.
Aracataca è povera, non offre alcun interesse, a parte il museo dedicato a García Márquez. Il sindaco, che si chiama Pedro Sánchez è il perfetto esempio di sindaco globalizzato, che pensa come fare il bene della propria comunità al passo dei tempi. Quale migliore idea quindi che quella di sfruttare l’unico patrimonio locale? La ricerca di Macondo, che poi in fondo è il villaggio interiore, il richiamo della frontiera che portiamo dentro di noi, sarebbe quindi terminata grazie a questa iniziativa. Chissà, poi, che non si inventino anche la casa di Aureliano Buendía seguendo il classico stile gringo. D’altronde, se esiste Disneyland perchè non dare un’opportunità anche a Macondo?
Un link ottimo su García Márquez ed il suo mondo (nella foto la casa dell'infanzia di Gabo):
http://www.themodernword.com/gabo/
2 Comments:
Pare che abbia vinto il NO (come in Italia) e che Macondo resterá - per fortuna - nelregno della fantasia...
http://eltiempo.terra.com.co/naci/cari/2006-06-26/ARTICULO-WEB-_NOTA_INTERIOR-2971296.html
Saluti, Doppiafila
Grazie per la segnalazione. Doppiafila sei come sempre preciso e puntuale nei tuoi commenti. Magari sentiamoci via mail, ne hai una? Maurizio
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