Morales nazionalizza gli idrocarburi
Mentre negli Usa la protesta del giorno senza immigranti ha avuto un grande successo, con cortei di mezzo milione di persone a Chicago e Los Angeles, la notizia bomba è arrivata invece dalla Bolivia.
Dalle parole ai fatti. Evo Morales ha mantenuto la promessa elettorale e, a sorpresa, approfittando delle celebrazioni per il Primo maggio, ha firmato il decreto di nazionalizzazione degli idrocarburi. Ai cancelli della spagnola Repsol, della francese Total o della brasiliana Petrobras c’erano i soldati, per evitare che la notizia spingesse le direzioni ad operare un boicottaggio nell’approvvigionamento regolare della benzina.
Nel suo discorso alla nazione, Morales ha detto che si è trattato di un regalo alle migliaia di lavoratori che sono stati sfruttati durante l’intero arco della storia boliviana.
“Il nuovo modello economico, il Paese che vogliamo, passa per le risorse naturali” ha spiegato. “La terra tornerà ai boliviani”.
All’estero le reazioni sono state dure, com’era da aspettarsi. Brasile e Spagna hanno di fatto già protestato, parlando di provocazione, ma di certo c’è che sulle basi del decreto (che prevede il riconoscimento alle imprese di solo un 18% degli utili), le multinazionali stanno pensando di abbandonare le operazioni in Bolivia.
Morales, però, è andato oltre. Ha infatti annunciato che la nazionalizzazione toccherà in tempi brevi anche il settore minerario. La decisione apre ora scenari nuovi, dove saranno soprattutto le reazioni internazionali a dettare i prossimi passi.
Su questo link, il discorso di Evo Morales dopo essere stato proclamato Presidente: dalle promesse ai fatti, appunto.
http://www.renacerbol.com.ar/ed106/noticias_de_bolivia04.htm
Dalle parole ai fatti. Evo Morales ha mantenuto la promessa elettorale e, a sorpresa, approfittando delle celebrazioni per il Primo maggio, ha firmato il decreto di nazionalizzazione degli idrocarburi. Ai cancelli della spagnola Repsol, della francese Total o della brasiliana Petrobras c’erano i soldati, per evitare che la notizia spingesse le direzioni ad operare un boicottaggio nell’approvvigionamento regolare della benzina.
Nel suo discorso alla nazione, Morales ha detto che si è trattato di un regalo alle migliaia di lavoratori che sono stati sfruttati durante l’intero arco della storia boliviana.
“Il nuovo modello economico, il Paese che vogliamo, passa per le risorse naturali” ha spiegato. “La terra tornerà ai boliviani”.
All’estero le reazioni sono state dure, com’era da aspettarsi. Brasile e Spagna hanno di fatto già protestato, parlando di provocazione, ma di certo c’è che sulle basi del decreto (che prevede il riconoscimento alle imprese di solo un 18% degli utili), le multinazionali stanno pensando di abbandonare le operazioni in Bolivia.
Morales, però, è andato oltre. Ha infatti annunciato che la nazionalizzazione toccherà in tempi brevi anche il settore minerario. La decisione apre ora scenari nuovi, dove saranno soprattutto le reazioni internazionali a dettare i prossimi passi.
Su questo link, il discorso di Evo Morales dopo essere stato proclamato Presidente: dalle promesse ai fatti, appunto.
http://www.renacerbol.com.ar/ed106/noticias_de_bolivia04.htm
1 Comments:
Mi pare positivo che Morales mantenga le promesse fatte in campagna: dimostra di non essere uno di quei politici (abbondanti da queste parti) che fanno discorsi di sinistra per essere eletti e politiche di destra per essere appoggiati dagli USA...
Ora viene il difficle: trovare una formula che consenta alla Bolivia di andare avanti anche se davvero si ritirano le multinazionali. Non sarà facile reperirire i fondi e le conoscenze necessarie a mantenere in funzionamento un'intero settore che oggi viene gestito da Repsol, Petrobras & Co.
Saluti, Doppiafila
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