Chi protesta è un criminale
A distanza di dieci anni dal massacro di Carajas, la protesta sociale continua ad essere criminalizzata in Brasile. Alcuni giorni fa –l’8 aprile- trentasette simpatizzanti, in maggioranza donne, del Movimiento Sin Tierra y di Via Campesina, sono stati incriminati dalla polizia di Río Grande do Sul per danneggiamenti, reato che prevede una pena di sei anni di prigione. La protesta era stata organizzata contro l’azienda Aracruz Celulosa che ha distrutto i villaggi dei Tupuniquim e Guaraní per poterne occupare le terre, che di fatto ha poi dedicato alla controversa coltivazione dell’eucalipto. Lo scorso gennaio la Aracruz ha fatto sgomberare, con l’appoggio di più di un centinaio di poliziotti e di elicotteri due comunità indigene, lasciando senza casa decine di famiglie. Per rappresaglia gli sfrattati hanno iniziato a danneggiare le piantagioni di eucalipto, la pianta destinata alla produzione della cellulosa. Da qui le denunce al termine di una protesta che è stata prettamente femminile. Sono state infatti le donne che, machete alla mano, hanno tagliato le piante nell’estremo tentativo di difendere la loro terra. Ora per loro si apre il dramma di dover affrontare un processo che si profila lungo e costoso. Per esprimere solidarietà ed appoggiare la lotta delle donne contadine contro la Aracruz Celulosa:
http://www2.sof.org.br/solidariedadeCampesina/form.php
http://www2.sof.org.br/solidariedadeCampesina/form.php
0 Comments:
Post a Comment
<< Home