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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Wednesday, May 03, 2006

Il Nemagón continua ad uccidere

Giorgio Trucchi ha scritto un articolo per Peacereporter, che ricorda ancora una volta la tragedia che stanno vivendo migliaia di persone in Nicaragua per gli effetti del Nemagón, il pesticida usato nelle piantagioni di banane.
Il tema ritorna ricorrente perchè questa gente, malata di cancro, sterile, destinata ad una morte prematura dopo essere stata usata dalle multinazionali (facciamoli i nomi: sono la Shell, la Dow Chemical, la Occidental Chemical, la Chiquita, la Standard Fruit, la Dole e la Del Monte) lotta per avere almeno un’indennità decorosa per pagarsi le medicine e lasciare qualcosa alla famiglia. Sul Nemagón ci hanno mangiato tutti, non ultimi i collegi di avvocati: in Costa Rica, nel 1997, si giunse ad un accordo extra giudiziale che lasciava 17 milioni di dollari nelle mani degli avvocati per le parcelle e 200 dollari di risarcimento ad ogni lavoratore malato. Niente male, come affare. Qui l’articolo di Giorgio:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=5258
La qualità e la quantità delle banane sono passate per anni sopra la salute di chi le lavorava. La domanda era tale sulle tavole statunitensi ed europee che le multinazionali dovevano inventarsi pesticidi sempre più potenti, per tenere lontane le larve e produrre sempre più grandi quantità di frutta. Dietro la figura mite dell’uomo Del Monte o la ballerina esotica della Chiquita che ci mostravano in tivù, c’era in realtà gente sfruttata, piegata in due, che andava verso un destino di morte perchè noi potessimo mangiare le succulenti banane del tropico. Sul Nemagón avevo scritto quattro anni fa un’inchiesta, poi apparsa anche sul mio primo libro “Centroamerica – reportages” (http://www.frillieditori.com/catalogo_controcorrente.htm) Da allora le cose non sono cambiate: il passato continua ad essere di attualità.

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