Name:

"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Friday, March 10, 2006

Quel riccone di Carlos Slim

La rivista "Forbes" ha pubblicato ieri la lista dei 793 ultramilionari, la ristretta elite degli uomini più ricchi del mondo. Nemmeno a dirlo la classifica è capeggiata da Bill Gates, seguito da Warren Buffet entrambi statunitensi. Al terzo posto c’è Carlos Slim, messicano di 66 anni, che solo quest’anno è riuscito ad aumentare la sua fortuna di 6 bilioni di dollari. Il nome, probabilmente, non dice molto in Europa, ma Slim è il tipico prodotto delle politiche neoliberiste in America Latina. Nato nel 1940, figlio di immigrati libanesi, Slim inizia ad interessarsi di affari stando dietro il bancone del negozio del padre, la Stella d’Oriente. Dopo essersi laureato usa il capitale del padre (nel frattempo morto) e lo investe nell’edilizia, settore che in tutte le parti del mondo rende soldoni. Diversificare è la sua parola d’ordine: dall’edilizia passa al tabacco, quindi alla ristorazione. Alla fine degli anni Ottanta può già disporre di un discreto patrimonio, ma è il presidente Salinas de Gortari ad offrirgli la gallina dalle uova d’oro. Salinas più che un presidente si comporta come un bottegaio che si mette il grembiule, tira su la serranda del negozio (il Messico) e mette in vendita tutto ciò che è possibile. A Slim tocca il pezzo più pregiato: la Telmex, la compagnia statale che controlla l’intero mercato delle telecomunicazioni. Slim trova il denaro e la compra per 1760 milioni di dollari, la cui provenienza non è mai stata chiarita, proiettandola come un colosso che in pochi anni fattura più della British Telecom. Oltre che in Messico (dove controlla il 90% del mercato) imperversa, con il nome di América Móvil, in mezza America Latina e negli Usa. In mancanza di concorrenza, Slim si può dare il lusso di fare pagare ai messicani tariffe che sono tra le più alte del mondo (in media una chiamata costa il doppio che negli Usa) e che gli rendono tanti soldi da potersi comperare il più importante pacchetto di azioni della Philip Morris.
Con 30 bilioni di dollari a disposizione, Slim oggi se la tira da filosofo: “È ora di pensare ad un modello di sviluppo che produca impiego e crescita sociale”. Detto da uno come lui che ha fatto la fortuna con il liberalismo più sfrenato suona a una presa in giro.
Leggete la classifica di Forbes qui (l’amato Silvio è “solo” trentasettesimo ma è sì l’uomo più ricco d’Italia: 11 bilioni di dollari per lui):
http://www.forbes.com/lists/2006/10/Worth_1.html

0 Comments:

Post a Comment

<< Home