I cento giorni di Fujimori
Alberto Fujimori ha fatto cento. Tanti sono infatti i giorni che ha trascorso rinchiuso nel recinto della Scuola della Gendarmeria di Santiago del Cile, in attesa che si decida sulla sua estradizione. È una detenzione all’acqua di rose quella a cui è costretto l’ex presidente dittatore del Perù. Non è in cella, infatti –perchè è claustrofobico- ma può aggirarsi in un perimetro delimitato delle installazioni della scuola. “El Chino” abita un’area di circa 150 metri quadrati, dorme su un sofà, ma può contare con varie comodità: tv via cavo, dvd, lap top (ma non internet), biliardo, oltre sulle visite di familiari, amici e avvocati. Proprio uno dei suoi avvocati, Francisco Velozo, gli sta insegnando a suonare la chitarra. Il vero passatempo di Fujimori è però il giardinaggio: ha infatti risistemato una delle aree trascurate della Gendarmeria, trasformandola in un giardino alla giapponese. Senza sporcarsi le mani, naturalmente, ma dando precisi ordini agli operai. Il governo cileno fa sapere che tutto il progetto è stato finanziato dallo stesso prigioniero.
Eppure, i fujimoristi si lamentano che il loro leader è sottoposto ad uno stretto regime: non ha accesso ad internet, non ha telefono e non può diramare comunicati. Ricordiamo che tra i capi d’accusa che pendono su Fujimori ci sono le stragi di studenti della Cantuta (10 morti) e di quella di Barrios Altos (15 morti), nonchè una lunga serie di operazioni illegali (dal narcotraffico alla corruzione) condotte con l’alter ego Vladimiro Montesinos.
Quella di Fujimori è, insomma, una passeggiata in confronto all’odissea patita da centinaia di vittime di quei metodi forti con i quali contava di fare del Perù una nazione a sua immagine e somiglianza. I cileni, in fondo, con lui sono dei gentiluomini. Cosa si aspetterà dai peruviani? I particolari della prigionia di Fujimori sono stati pubblicati dal supplemento del “Mercurio”, “El Sábado”: http://www.emol.com
Eppure, i fujimoristi si lamentano che il loro leader è sottoposto ad uno stretto regime: non ha accesso ad internet, non ha telefono e non può diramare comunicati. Ricordiamo che tra i capi d’accusa che pendono su Fujimori ci sono le stragi di studenti della Cantuta (10 morti) e di quella di Barrios Altos (15 morti), nonchè una lunga serie di operazioni illegali (dal narcotraffico alla corruzione) condotte con l’alter ego Vladimiro Montesinos.
Quella di Fujimori è, insomma, una passeggiata in confronto all’odissea patita da centinaia di vittime di quei metodi forti con i quali contava di fare del Perù una nazione a sua immagine e somiglianza. I cileni, in fondo, con lui sono dei gentiluomini. Cosa si aspetterà dai peruviani? I particolari della prigionia di Fujimori sono stati pubblicati dal supplemento del “Mercurio”, “El Sábado”: http://www.emol.com
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