Non toccate il petrolio
Guai a mettersi contro il petrolio. Il governo di Alfredo Palacio, il presidente ecuadoriano, ha decretato lo stato di emergenza nelle tre province amazzoniche di Napo, Sucumbíos y Orellana. La causa: l’agitazione dei lavoratori del settore petrolifero. Nelle tre province citate, infatti, operano i pozzi della statale Petroecuador, che produce in questa zona giornalmente almeno 18.000 barili. Il governo, decretando lo stato di emergenza delega di fatto l’ordine pubblico all’esercito. Questo significa che le infrazioni commesse dai civili saranno sanzionate da un tribunale militare.
Perchè scioperano i lavoratori? Innanzi tutto perchè lo Stato deve loro 50 milioni di dollari di stipendi arretrati e poi perchè, essendo la maggioranza assunta temporalmente, chiede un contratto formale. Diritti sacrosanti. I lavoratori non ricevono un salario da quattro mesi eppure lo Stato li obbliga a lavorare, sotto la minaccia dell’esercito.
Il presidente Palacio, un medico di 67 anni, famoso per aver fatto la campagna elettorale con il camice da chirurgo, aveva detto che avrebbe governato per aiutare le parti più deboli della società ecuadoriana. Difficile da crederlo.
L’economia ecuadoriana sta cadendo a pezzi ed ha bisogno assoluto del petrolio, che rappresenta la voce principale dell’esportazione. D’altro canto, il governo non ha i soldi per pagare i lavoratori dei campi petroliferi. La privatizzazione è sempre dietro l’angolo, ma fa paura per le ripercussioni sociali che potrebbe generare. La quadratura del cerchio è il ritorno alla coercizione: sotto la minaccia delle armi, in fondo, sono state costruite addirittura le Piramidi.
Perchè scioperano i lavoratori? Innanzi tutto perchè lo Stato deve loro 50 milioni di dollari di stipendi arretrati e poi perchè, essendo la maggioranza assunta temporalmente, chiede un contratto formale. Diritti sacrosanti. I lavoratori non ricevono un salario da quattro mesi eppure lo Stato li obbliga a lavorare, sotto la minaccia dell’esercito.
Il presidente Palacio, un medico di 67 anni, famoso per aver fatto la campagna elettorale con il camice da chirurgo, aveva detto che avrebbe governato per aiutare le parti più deboli della società ecuadoriana. Difficile da crederlo.
L’economia ecuadoriana sta cadendo a pezzi ed ha bisogno assoluto del petrolio, che rappresenta la voce principale dell’esportazione. D’altro canto, il governo non ha i soldi per pagare i lavoratori dei campi petroliferi. La privatizzazione è sempre dietro l’angolo, ma fa paura per le ripercussioni sociali che potrebbe generare. La quadratura del cerchio è il ritorno alla coercizione: sotto la minaccia delle armi, in fondo, sono state costruite addirittura le Piramidi.
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