L'Amazzonia, bottino politico
Lula da Sulva ha approvato venerdì una polemica legge che dà il via libera alla distruzione di 13 milioni di ettari della foresta amazzonica. La versione del governo è quella che si tratta di un programma di controllo, che tenta di arginare lo sfruttamento del polmone verde d’America. Il governo brasiliano rilascerà concessioni che vanno dai 5 ai 40 anni ad imprese che presentino progetti che abbiano relazione con la protezione dell’ambiente, incluso quelle che lavorano con il legname, sempre che abbiano pronto un piano di riforestazione. La misura è stata lodata –forse troppo precipitosamente, dico io- da Greenpeace. Si apre, di fatto, la strada al turismo che, anche se controllato porta con sè strade, negozi, commercio, pali della luce, telefonini, creme da sole, deodoranti, tampax e via così con le porcherie. L’uomo del nostro tempo non è capace di muoversi come gli antenati e deve portarsi dietro il codazzo di comodità. Pensare che l’Amazzonia possa salvarsi puntando sul turismo controllato è davvero una baggianata.
Il governo brasiliano –dal caro Lula certo ci si aspettava molto di più- praticamente ha calato le brache sull’Amazzonia. La legge suona più ad una ritirata che ad una energica presa di posizione come si vuole far credere. In pratica è tendere su un piatto d’argento 13 milioni di ettari di foresta vergine all’impresa privata, soprattutto di capitale straniero: avete mai visto le grandi aziende comportarsi eticamente? Ma per favore... Qualcuno dice che la visione della ministra per l’Ambiente, Marina Silva, è visionaria ed idealista. Sappiamo che la Silva è una persona retta ma, lasciando da parte l’idealismo, qui siamo di fronte alla più sana ingenuità politica.
Il governo brasiliano –dal caro Lula certo ci si aspettava molto di più- praticamente ha calato le brache sull’Amazzonia. La legge suona più ad una ritirata che ad una energica presa di posizione come si vuole far credere. In pratica è tendere su un piatto d’argento 13 milioni di ettari di foresta vergine all’impresa privata, soprattutto di capitale straniero: avete mai visto le grandi aziende comportarsi eticamente? Ma per favore... Qualcuno dice che la visione della ministra per l’Ambiente, Marina Silva, è visionaria ed idealista. Sappiamo che la Silva è una persona retta ma, lasciando da parte l’idealismo, qui siamo di fronte alla più sana ingenuità politica.
7 Comments:
Parliamo di economia!
Alcuni anni fa dopo aver organizzato alcune manifestazioni a difesa dei popoli indios fui invitato in Brasile ed andai in un luogo segreto nella foresta dell’Amazzonia a ritirare la laurea ad honorem dell’Università della Foresta.
I professori erano nientemeno che i guardiani della foresta, quelli del cielo, quelli del tempo e quelli dell’amore.
Mi spiegarono che la foresta pluviale sosteneva il cielo e nel caso fosse stata abbattuta il cielo sarebbe caduto sulla terra ponendo fine ai tempi della coscienza e che perciò non sarebbe mai più esistito l’amore.
Mi chiesero un discorso per la consegna della laurea.
Decisi di parlare di sviluppo ed economia.
Spiegai che se si semina un chicco di mais cresce una pianta che fa 1000 chicchi e quindi in un anno il mais ha una resa del 9999%.
Una banconota da 100 dollari seminata in banca invece ha una resa del 5%.
Spiegai che se in uno specchio d’acqua ci sono un centinaio di bei pescioni, ogni anno, lasciandone un bel centinaio, se ne possono pescare almeno mille, con una resa del 1000%.
Un pezzo d’oro messo in una cassaforte l’anno dopo invece rimane tale e quale.
Gli spiegai che con la tecnologia l’uomo ha inventato degli strumenti con i quali si può trasformare il vento, il sole, le onde e le correnti, in luce, forza e calore, trasportabili a distanza, con i quali dare energia a strumenti utilissimi.
Spiegai che con un pannello solare per secoli e secoli si può ottenere luce.
Una resa almeno del 100.000%.
Un litro di benzina invece quando è bruciato, è bruciato per sempre, con una resa vicino allo zero.
Spiegai che tagliando un ramo dell’albero si possono ottenere fibre vegetali all’infinito perchè il ramo ricresce con una resa del 10.000.000.000%.
Se invece tagli l’albero e non ne semini un altro, la resa è sottozero, perchè i benefici ottenuti dal suo legno non potranno mai ripagare la perdita di quell’albero.
Perchè il cielo è scientificamente provato che venga sorretto dagli alberi.
Tagliando gli alberi si mettono in moto una serie di devastanti cambiamenti climatici e di fatto il cielo cadrebbe sulla terra schiacciando tutto e tutti, compresi gli esseri umani e quindi tutto finirebbe e moriremmo tutti e non ci sarebbe più un oggi, un ieri o un domani.
“Non ci sarà mai più nessun tipo di sviluppo e di economia. E non basterà correre il più forte possibile perchè quando finisce tutto, tutto finisce e non c’è più il tempo neanche per scappare”.
Quando tutto finisce non c’è più il passato, il presente ed il futuro.
Per l’amore invece ci vuole tanto passato, tanto presente e tanto futuro e se non c’è più il tempo per amare, non ci può più essere neanche l’amore e perciò mi girai verso il mondo e gridai:
“Perfavore, se stai ascoltando questo discorso, se per caso stai tagliando un albero della foresta, smetti immediatamente!
Stacca un ramo, staccane due, pefavore, ma non tagliare tutto l’albero.
Se tagli un ramo e torni l’anno venturo ne ritrovi un altro.
Se tagli l’albero non c’è più nulla fra la terra ed il cielo, non c’è più nulla che tenga alzato il cielo sulle nostre teste.
Se tagli gli alberi il cielo ti casca sulla testa e moriamo tutti: vuol dire che non ci sarà mai più un ieri, un oggi ed un domani e non ci sarà mai più amore. Per nessuno, neanche per te!
Se proprio devi tagliare un albero, metti un seme e vedrai che ne crescerà un altro”.
Applaudirono, mi baciarono, mi abbracciarono, mi strinsero le mani alcuni si misero a piangere e trasformarono la laurea ad honorem in laurea a piena voti.
L’anno della biomassa
Ultime sullo scandalo distruzione foreste tropicali
Abbiamo avuto notizia che gli svedesi, i finlandesi e forse anche i russi ed i canandesi, stanno cominciando a piantare alberi anche nella tundra perchè con l'innalzamento della temperatura è diventata coltivabile una nuova fascia in cui prima crescevano solo licheni e funghi.
E' lecito supporre che Ikea, Tetrapak and friends stiano lavorano seriamente all'innalzamento del clima ed alla distruzione delle foreste tropicali, in modo da arrivare entro 5-6 anni al monopolio del legno?
Certamente loro fanno un uso razionale delle foreste, e sicuramente traggono vantaggio sia dall'innalzamento della temperatura globale, sia dalle distruzione delle foreste.
Datevi anche voi all'uso razionale delle foreste, che al Signor Ikea (uomo più ricco del mondo) e al Signor Tetrapak (terzo uomo più ricco del mondo) i soldi non mancano, e quindi è giusto che anche voi guadagnate qualcosina.
E se vicino al vostro paese brucia un bosco, provate a ragionare, non è che per caso ad appiccare il fuoco sia stato un agente pagato da Ikea e Tetrapak?
In Amazzonia, Indonesia ed alcuni paesi africani, hanno già iniziato le indagini.
Pensar male è peccato, ma a volte ci si prende.
Nobel, quello dei premi Nobel, l'inventore della dinamite, è il più ricco capitalista del mondo.
Il patrimonio riconducibile a Nobel è il più grande, supera anche quello di Rockfeller e Rotschild.
E suona strano che in tutto il mondo si combattano gurre in cui si usi la dinamite ed armi svedesi, mentre in Svezia non si combatta più una guerra dai tempi di... Nobel.
Gli agenti di Nobel è abbastanza risaputo che girino il mondo ad inescare conflitti e che fra Nobel e setta degli ingegneri scientisti ci sia una stretta alleanza.
Deve essere un giochino tipico svedese.
Ufficialmente lavorare onestamente dando segni di gran civiltà , ma sotto sotto distruggere i rivali con tecniche subdole tipiche da setta ingegneri scientisti.
da: L'anno della biomassa
Perche non:)
La ringrazio per Blog intiresny
imparato molto
molto intiresno, grazie
good start
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