L'assassino chiede perdono
The New Herald di Miami ha pubblicato il 24 marzo scorso, nell’anniversario della morte di monsignor Romero, un’intervista con uno degli autori materiali dell’assassinio, Álvaro Saravia, ex capitano delle Forze armate del Salvador.
Saravia è, ovviamente, un uomo libero, anche se ha dovuto acquisire una nuova identità ed attualmente non si sa in quale Paese dell’America Latina stia vivendo. È pronto a parlare, dice, e a rivelare finalmente i veri mandanti dell’assassinio politico, tutta gente ammette “che sta vivendo liberamente senza rimorsi”.
Saravia ha oggi 60 anni ed ha fatto parte del commando che ha ucciso Romero. Il processo ha dimostrato le sue responsabilità, così come quelle di Roberto d’Aubuisson e Amado Antonio Garay. La legge d’amnistia lo ha però perdonato e ad oggi nessuna corte lo ha richiamato ad una udienza.
“Un giorno parlerò e dirò tutto” ha detto al giornale conservatore di Miami.
“Voglio essere perdonato, per cui dirò tutta la verità con le conseguenze che ne verranno”.
Continua: “Vorrei che si prendesse in conto che eravamo in un periodo di guerra. Forse le nostre azioni non erano chiare, però credevamo fedelmente in quello che facevamo ed in lui (monsignor Romero) vedevamo la faccia del nemico”.
“Ci sono molte persone influenti che sono coinvolte in questo crimine che ancora oggi non sono state segnalate”.
L’articolo completo si trova qui:
http://www.miami.com/mld/elnuevo/14172728.htm
Saravia è, ovviamente, un uomo libero, anche se ha dovuto acquisire una nuova identità ed attualmente non si sa in quale Paese dell’America Latina stia vivendo. È pronto a parlare, dice, e a rivelare finalmente i veri mandanti dell’assassinio politico, tutta gente ammette “che sta vivendo liberamente senza rimorsi”.
Saravia ha oggi 60 anni ed ha fatto parte del commando che ha ucciso Romero. Il processo ha dimostrato le sue responsabilità, così come quelle di Roberto d’Aubuisson e Amado Antonio Garay. La legge d’amnistia lo ha però perdonato e ad oggi nessuna corte lo ha richiamato ad una udienza.
“Un giorno parlerò e dirò tutto” ha detto al giornale conservatore di Miami.
“Voglio essere perdonato, per cui dirò tutta la verità con le conseguenze che ne verranno”.
Continua: “Vorrei che si prendesse in conto che eravamo in un periodo di guerra. Forse le nostre azioni non erano chiare, però credevamo fedelmente in quello che facevamo ed in lui (monsignor Romero) vedevamo la faccia del nemico”.
“Ci sono molte persone influenti che sono coinvolte in questo crimine che ancora oggi non sono state segnalate”.
L’articolo completo si trova qui:
http://www.miami.com/mld/elnuevo/14172728.htm
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