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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, January 30, 2006

Le peripezie di una comune mortale

Donna Lucía Pinochet Hiriart ha provato in carne propria il destino dei comuni mortali.
Forse, le peripezie seguite alla sua fuga l’avranno resa più malleabile, o al contrario ne avranno aumentato il disdegno e la supponenza. Di sicuro, si è trattato di una dura lezione di vita. Donna Lucía è fuggita alla giustizia del suo Paese perchè, in fondo, si è sempre creduta superiore alla legge, come se il suo cognome da solo servisse a renderla impune. Questa volta, però, ha trovato sulla sua strada un incontro non previsto, quello con la realtà.
La storia. Donna Lucía doveva presentarsi lunedì scorso davanti al tribunale che doveva decidere sull’evasione fiscale di più di 800.000 dollari. Mentre gli altri famigliari si preparano per il dibattimento, la signora Pinochet scappa attraverso la frontiera con l’Argentina. A Buenos Aires prende un aereo per Washington, ma intanto le autorità cilene hanno già emesso un ordine di cattura internazionale. All’arrivo a Dulles, donna Lucía viene fermata dagli agenti di frontiera. Quando si rende conto di quello che sta succedendo, in un disperato intento chiede asilo politico agli Usa. Quello che non sa, donna Lucía è che si tratta di un processo abbastanza lungo e penoso, durante il quale le persone perdono i propri diritti e vengono inviati in un carcere. Come una detenuta comune, viene mandata alla prigione di Arlington. Per lei è seguita la prassi normale: vengono scattate le foto segnaletiche, poi viene denudata e dotata della tuta del carcere. I suoi effetti personali sono requisiti. A sua disposizione ha una cella di cinque metri quadrati. La mattina dopo, svegliata alle cinque, è obbligata alla doccia assieme ad altre 71 prigioniere e, dopo, al rancio scadente. Al figlio, che chiede di vederla, viene negata la sollecitudine. Con catene alle mani ed ai piedi, venerdì incontra il giudice di migrazione. Sono bastati due giorni di lieve regime carcerario per piegarla a migliori consigli: donna Lucia comunica al giudice che ritira la richiesta di asilo e che tornerà in Cile per sottomettersi alla giustizia.
Due giorni in una prigione all’acqua di rose hanno reso donna Lucía, la più inflessibile del clan Pinochet, sempre sprezzante con i famigliari di quanti hanno sofferto per le crudeltà del padre, in una docile imputata.
La domanda sorge spontanea: avrà pensato almeno una volta, nei cinque metri quadrati della sua cella, a quei poveretti rinchiusi nelle segrete e mandati a morire dal padre?

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

10:47 AM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

11:16 AM  
Anonymous Anonymous said...

necessita di verificare:)

11:22 AM  

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