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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Saturday, December 17, 2005

L'emigrazione come calcolo politico

Sono almeno duecento le persone che ogni anno, nel tentativo di attraversare illegalmente la frontiera tra Messico e Stati Uniti, scompaiono nel nulla. Ad ingoiarle sono il deserto o i regolamenti di conti con i coyotes, gli intermediari che si offrono, a cambio di lauti compensi, di portarle dall’altra parte. Secondo dati offerti dal governo messicano sono invece 451 i cadaveri finora rinvenuti lungo la frontiera (l’aggiornamento è del 14 dicembre). Di questi, 324 sono stati identificati.
Le cifre, nude e crude, parlano chiaro di quanto costa in vite umane il sogno americano. Il governo messicano ha protestato alle dichiarazioni della settimana passata di Bush di voler costruire un muro che divida la frontiera tra i due paesi (decisione avallata oggi dalla Camera dei rappresentanti). L’amministrazione Fox, però, in tutti quesi anni si è ben guardata dall’inaugurare politiche di aiuto alle fasce sociali più esposte.
Il motivo? Se da una parte 400.000 messicani che emigrano annualmente in forma illegale possono rappresentare un’immagine negativa del paese, dall’altra non si può rinunciare alle laute rimesse che questi inviano a casa, contribuendo ad aiutare la ristagnante economia messicana. Quest’anno la cifra potrà raggiungere i 20 mila millioni di dollari, una quantità che nessuna impresa messicana è in grado di generare. Emigrate, gente emigrate.

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