Il deputato criminale

Patti iniziò la sua carriera di poliziotto/criminale nel 1973, uccidendo a sangue fredda tre minorenni che reputava colpevoli di un furto. L’indagine che ne seguì rivelò l’estraneità ai fatti dei tre ragazzi: Patti si salvò grazie ai superiori, mentre il giornalista che aveva denunciato l’accaduto –Tilo Wenner- scomparve nel nulla il giorno dopo del golpe militare del marzo 1976. Quell’anno Patti venne denunciato per torture dal detenuto Julio Di Battista: il giudice (Clodomiro Luque) ritenne di archiviare la causa. Giustiziere e criminale vestito da poliziotto, Patti uccide poi altri tre supposti malviventi. Il 14 maggio 1983 due persone, Osvaldo Cambiasso ed Eduardo Pereyra, vengono prelevate a forza da un bar: pochi giorni dopo sono trovate morte con segni di tortura. A capo del commando c’era Luis Patti. Incarcerato, alla vigilia del processo si vede recapitare un bel regalo: i testimoni hanno cambiato tutti la loro versione. Nel 1990 ritorna in carcere per ordine del giudice Borrino. L’accusa? Ancora la tortura. I tempi cambiano, ma Patti non se ne dà per inteso. Questa volta è un po’ più dura uscire dalla prigione, ma il nostro ce la fa di nuovo. Che fare in tempi di ritrovata democrazia? Patti opta, ovviamente, per la politica e nel 1995 ottiene la carica di sindaco di Escobar con uno schiacciante 73%. Dieci anni dopo viene eletto deputato, ma la Camera non lo vuole: “non possiede le doti morali”, la giustificazione. E quando metterlo in galera?
http://www.desaparecidos.org/arg/tort/
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