El Salvador: una comunità contro il piombo
Sitio del Niño è una piccola provincia situata a 35 chilometri dalla capitale del Salvador. Qui, da almeno una decina di anni si è stabilita la Baterías del Salvador, una fabbrica che, come dice il nome, ricicla e produce batterie di automobili con la marca Record, tra le più vendute in America Latina (http://www.grupo-record.com/).
Il risultato di questa presenza, con un’azienda che si è sempre disinteressata delle norme sanitarie, è che il 70% dei bambini del luogo (circa cinquecento) presenta sintomi d’avvelenamento di piombo. Da due anni, la comunità lotta perchè venga riconosciuta la responsabilità della fabbrica e lunedì finalmente il Ministero ne ha ordinato la chiusura.
Un avvenimento senza dubbio che ha quasi dell’incredibile, visto il disinteresse con cui i governi latinoamericani trattano la salute dei propri cittadini. Al Sitio del Niño sono riusciti dove altri hanno fallito per una ragione semplice: le loro vicissitudini sono arrivate sulla stampa internazionale e, soprattutto su Cnn, che ha dedicato un lungo reportage. A questo punto, il governo salvadoregno non ha potuto fare altro che prendere provvedimenti e chiudere finalmente la fabbrica, il cui permesso, tra l’altro, era scaduto da due anni.
Sdegnato il commento del portavoce dell’azienda: “È vero che esiste l’inquinamento da piombo nella zona, ma non è dimostrato che sia prodotto dalla nostra fabbrica”, ed ha terminato affermando come la chiusura sia un precedente nefasto per il settore industriale del Salvador.
L’arroganza di questi figuri non è mai abbastanza. Per il momento, la storia è però a lieto fine, sempre e quando i bambini si riprendano. Su questo link, foto e reportage dal luogo dei fatti: http://ideasyvoces.blogspot.com/2007/09/afectados-por-plomo-contra-goliat.html
La denuncia presentata dall’arcivescovado contro la Record: http://www.tutelalegal.org/paginas/demandabaterias.htm
Il risultato di questa presenza, con un’azienda che si è sempre disinteressata delle norme sanitarie, è che il 70% dei bambini del luogo (circa cinquecento) presenta sintomi d’avvelenamento di piombo. Da due anni, la comunità lotta perchè venga riconosciuta la responsabilità della fabbrica e lunedì finalmente il Ministero ne ha ordinato la chiusura.
Un avvenimento senza dubbio che ha quasi dell’incredibile, visto il disinteresse con cui i governi latinoamericani trattano la salute dei propri cittadini. Al Sitio del Niño sono riusciti dove altri hanno fallito per una ragione semplice: le loro vicissitudini sono arrivate sulla stampa internazionale e, soprattutto su Cnn, che ha dedicato un lungo reportage. A questo punto, il governo salvadoregno non ha potuto fare altro che prendere provvedimenti e chiudere finalmente la fabbrica, il cui permesso, tra l’altro, era scaduto da due anni.
Sdegnato il commento del portavoce dell’azienda: “È vero che esiste l’inquinamento da piombo nella zona, ma non è dimostrato che sia prodotto dalla nostra fabbrica”, ed ha terminato affermando come la chiusura sia un precedente nefasto per il settore industriale del Salvador.
L’arroganza di questi figuri non è mai abbastanza. Per il momento, la storia è però a lieto fine, sempre e quando i bambini si riprendano. Su questo link, foto e reportage dal luogo dei fatti: http://ideasyvoces.blogspot.com/2007/09/afectados-por-plomo-contra-goliat.html
La denuncia presentata dall’arcivescovado contro la Record: http://www.tutelalegal.org/paginas/demandabaterias.htm
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